Per il ponte tra Acquanegra e Calvatone si attende il responso del drone
Il responso di un drone atteso come la voce della Sibilla Cumana. Giuseppe Torchio allarga le braccia, scuote la testa ma poi si dice fiducioso, anche se non può fare a meno di citare il collega Pino Baruffaldi che «da profano in materia» da Pomponesco si chiede perché si fanno controlli dall’alto se i problemi stanno sotto. Perché sarà l’esito della relazione degli esperti pisani che hanno utilizzato appunto un drone a decidere l’iter, sempre meno scontato, per i lavori al ponte sul Chiese tra Calvatone e Acquanegra. Con un dilemma difficile da sciogliere: abbattere o aggiustare?
La Regione
Per riunirsi il comitato regionale dei Sovrintendenti attende infatti i risultati del sopralluogo effettuato la settimana scorsa dal team di Walter Salvatore, il presidente del Consorzio Fabre con sede principale all’Università di Pisa.
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Solo dopo aver studiato le carte i Sovrintendenti si pronunceranno in modo da poter avviare l’iter per sostituire la struttura attuale con una che dovrebbe avere uguali caratteristiche estetiche, ma con una capacità di carico adeguata alle necessità attuale del traffico, almeno di quello dei mezzi fino a 3,5 tonnellate.
La protesta
«E’ stato chiuso nove mesi, senza che si sia fatto niente, se non dei gran danni all’economia del territorio - insorge Torchio, che si unisce alla protesta di Confartigianato di Mantova e Cremona, ricordando che ci sono attività in grossa difficoltà, «giusto per fare un esempio, una pasticceria e una trattoria, conti alla mano, lamentano perdite del 40%».
Se dall’altra sponda del Chiese, ad Acquanegra, Monica De Pieri attende fiduciosa l’avanti tutta dal Pirellone, certa che non vi sia alcuna possibilità di riaprire quel ponte, visti i gravissimi danni strutturali, a Bozzolo la pazienza ormai sta a zero. «Ci sono gli operatori del genio pontieri della caserma Val di Lana di Cremona, pronti a montare un ponte mobile militare Bailey, tra l’altro già finanziato dalle due province e dalla Regione con 750mila euro ciascuna. Anche Dara su questo è d’accordo, lo è stato meno sui gazebo, come se fossero un’esclusiva di Pontida».
La petizione
E proprio attraverso i gazebo la raccolta firme sabato è arrivata a quota 2mila. Nei prossimi giorni la petizione per avere un intervento urgente sarà presentata alla Regione e alle due province.