Triestina calcio, più indole da battaglia e meno qualità
foto da Quotidiani locali
TRIESTE. La vittoria con la Pro Sesto, oltre alla soddisfazione per il secondo successo consecutivo della Triestina, ha fatto mugugnare un po’ la tifoseria per la prestazione non proprio esaltante sul piano del gioco, al di là delle oggettive difficoltà di un campo in condizioni disastrose. La mancanza di qualità, a dire il vero, sta però caratterizzando un po’ tutta questa “fase due”, chiamiamola così, della stagione alabardata, anche se adesso i risultati stanno arrivando. Ma da meravigliarsi c’è ben poco perché quella che sta scendendo in campo in queste settimane è una Triestina per quasi metà diversa rispetto a quella che ha fatto stropicciare gli occhi nella prima parte di campionato.
Si tratta, per scelta ma anche per necessità, di un’Unione diversa in molti uomini, più umile e battagliera, che ha messo nel cassetto il fioretto ed è più operaia anche nel modulo. E guarda caso mancano proprio i giocatori di maggior qualità che avevano dato vita nel girone di andata ai momenti esteticamente più entusiasmanti. La Triestina di Tesser aveva un asse centrale di grande qualità (e in forma perfetta), composto da Correia e D’Urso: una dorsale da cui si irradiavano illuminazioni che poi trovavano sbocchi offensivi nella verve di Redan e nella vena realizzativa di Lescano. Il tutto sostenibile grazie alla concretezza di Celeghin.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14162527]]
Nella Triestina delle ultime uscite non ci sono proprio questi giocatori. E sia chiaro che solo in minima parte si tratta di scelte tecniche di Bordin, che a un certo punto, vista la serie negativa, la depressione dello spogliatoio e la forma di alcuni giocatori, ha legittimamente fatto scelte più conservative che al momento stanno pagando. La precisa scelta tecnica potrebbe riguardare in particolare Celeghin, a cui vengono preferiti Fofana, Vallocchia e nel finale di Sesto anche Jonsson. Ma per quanto riguarda i giocatori di maggior qualità, sono state decisioni quasi forzate. Perché il Correia degli ultimi mesi è un giocatore irriconoscibile rispetto alla prima parte di campionato, per cui lasciarlo fuori al momento non è uno scandalo. Quanto a D’Urso, dopo un appannamento di forma si è infortunato poco dopo l’arrivo di Bordin: il suo sostituto El Azrak è stato il migliore nelle ultime partite, per cui rientrare in questa situazione non è semplice. Quanto a Redan, molto ci ha messo il suo carattere: a inizio gennaio le tre giornate di squalifica, poi la punizione per motivi disciplinari, quindi la valanga di gol sbagliati a Fiorenzuola. La panchina di Sesto quindi ha un senso, anche se proprio dal recupero dell’attaccante olandese passa un salto di qualità per la manovra offensiva alabardata. Manovra alla quale manca ancora il killer instinct di Lescano: il bomber al contrario degli altri sta giocando con regolarità, ma non ha ancora ritrovato il tocco magico. Se anche lui migliora, possono essere ancora dolori per tutti.
Intanto la Triestina si consola con le convocazioni in nazionale dei suoi giovani: dopo quella del classe 2003 Jonsson nell’Under 21 islandese, ora è arrivata quella dell’attaccante classe 2008 Adam Hasani nella Nazionale Under 19 del Kosovo.