La lista di Santoro ha bisogno di firme per le Europee, Pedicini chiude le porte a Cuffaro: “Non abbiamo bisogno del suo aiuto”
No all’aiuto di Salvatore Cuffaro e Cateno De Luca per raccogliere la firme necessarie a presentare il simbolo di Pace Terra Dignità alle Europee. Il rifiuto arriva direttamente dalla lista di Michele Santoro, che non ha ancora raggiunto il numero minimo di sottoscrizioni per potersi presentare nella circoscrizione Isole. Ed è proprio dalla Sicilia che Cuffaro e De Luca hanno offerto il loro supporto, rifiutato oggi pubblicamente da Piernicola Pedicini, segretario del Movimento Equità Territoriale e candidato nella Circoscrizione Sud con la lista di Santoro. “Da oltre una settimana sto girando la Sicilia, con centinaia di attivisti da ogni parte d’Italia, per raggiungere l’ultimo l’obiettivo, che sembrava impossibile, delle 15mila sottoscrizioni in questo collegio. Ora che, con la sola forza delle nostre idee, il risultato è ad un passo, non consentiremo che questo percorso straordinario sia infangato da esponenti di quella vecchia classe politica come Totò Cuffaro, che per decenni hanno affossato il Paese e il Sud“, dice l’europarlamentare uscente, eletto a Bruxelles con i 5 stelle. “E non abbiamo bisogno neanche del soccorso di Cateno De Luca, che si proclama paladino del Meridione mentre stringe accordi con Castelli, Salvini e i leghisti della prima ora che puntano a saccheggiare il Sud con l’autonomia differenziata”, dice sempre Pedicini.
Solo 24 ore fa, infatti, Cateno De Luca aveva mobilitato il suo movimento – che alle Europee raggruppa una serie di simboli sotto il cartello Libertà – in supporto della lista pacifista. “Se Michele Santoro ci fa sapere quante firme gli mancano in Sicilia noi siamo pronti a sostenerlo ma non si faccia mascariare da Totò Cuffaro che poteva non rivelare questa vicenda invece l’ha fatto nel puro stile di un retaggio culturale del quale i siciliani si vogliono liberare. Se Santoro rifiuterà pubblicamente l’aiuto di Cuffaro, siamo pronti a chiedere ai nostri soci ed ai nostri sindaci di firmare la lista di Santoro per il collegio Isole diversamente prendiamo atto che anche per Santoro i voti non puzzano e neanche le firme”, aveva scritto su facebook il sindaco di Taormina. Una sorta di diktat quello lanciato da De Luca, poche ore dopo che alla lista di Santoro era arrivata la proposta di Cuffaro.
L’ex governatore della Sicilia, condannato per favoreggiamento alla mafia, aveva fatto sapere alle agenzie di stampa di aver mobilitato i militanti della sua Democrazia cristiana per raccogliere le firme a sostegno della lista del giornalista. Un messaggio che aveva il sapore del paradosso, dato che in passato varie volte Santoro aveva incalzato Cuffaro in diretta televisiva sulle reti Rai: era l’epoca in cui l’ex presidente della Sicilia, all’apice del suo potere, era finito sotto inchiesta per favoreggiamento alla mafia. Interpellato da Repubblica Palermo sull’aiuto offerto da Cuffaro, Santoro aveva risposto: “È un diritto che chiunque può esercitare, non spetta a me poter impedire che questo avvenga. Non ci sono ostacoli di legge e non possiamo impedire di esercitare un diritto a nessuno. Tra l’altro penso che potrebbe costituire un precedente molto grave dire che un qualunque cittadino elettore di qualunque partito non possa partecipare a una raccolta firme che consenta a una lista di concorrere alla competizione elettorale. Quel che posso dire è che le firme di cui ho contezza io, le abbiamo raccolte una per una”. Una dichiarazione che sembrava aprire all’aiuto offerto da Cuffaro.
Ora, però, è arrivato Pedicini a chiudere la porta al supporto della Dc e di De Luca. Ma pure Ramon Torre, segretario palermitano di Rifondazione comunista e responsabile per la raccolta firme in provincia di Palermo della lista di Santoro. “Cuffaro avrà pagato il suo debito verso la giustizia ma rimane insoluto e insolubile quello verso la storia dei siciliani e delle siciliane. La storia di Cuffaro appartiene a quel pezzo di Sicilia che uccise Pio La Torre, la nostra a quel popolo che marciò contro i missili cruise della Nato a Comiso e che ancora oggi si batte per la Pace per il disarmo, per un’Europa della cooperazione e dei popoli, libera dai condizionamenti dettati dall’alleanze militari”, sono le parole di Torre, a 42 anni dall’omicidio del segretario del Pci sull’isola.
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