Immobili comunali a Trieste, scatta la ricognizione: decine di morosi

TRIESTE Il Comune ha avviato una puntuale ricognizione del suo patrimonio immobiliare composto da alloggi e fori commerciali idonei a essere dati in affitto. Un’attività che da decenni non veniva svolta in maniera così certosina, e che fino ad ora ha coinvolto 634 unità: un terzo del patrimonio comunale. L’iniziativa mira a disciplinare il sistema di assegnazione degli immobili comunali, appena licenziato dalla giunta, e fare una verifica sulla regolarità di pagamento dei canoni per le unità occupate, considerando l’alto tasso di morosità, con affittuari del Comune che non versano il canone da anni.  

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La ricognizione sul patrimonio immobiliare – che ora verrà aggiornata annualmente – ha visto i tecnici comunali visitare materialmente il foro commerciale piuttosto che l’appartamento, con una verifica dello stato di fatto, della corrispondenza catastale e delle dovute certificazioni impiantistiche.

Lo sguardo della recente delibera firmata dalla dirigente Lucia Tomasi è rivolto soprattutto ai fori commerciali, considerando come la maggioranza degli alloggi di proprietà del Comune sia destinata a uso sociale, quindi assegnato con dinamiche che coinvolgono i Servizi sociali, con una gestione affidata a Ater o Cacciaburlo.

I fori commerciali comunali possono invece risultare appetibili per chi vuole avviare un’attività di vendita o di servizi, ma anche per le tante associazioni onlus o che operano in ambito culturale o sportivo. Le richieste in tal senso al Comune sono costanti: settimanalmente rappresentanti di associazioni bussano per evidenziare la necessità di spazi.  

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 Per quelli occupati scatta la verifica sui contratti in essere e sulla regolarità dei pagamenti. «Nel caso di morosità – spiega l’assessore al Patrimonio immobiliare Elisa Lodi – il titolare del contratto viene convocato in Comune, per capire da cosa siano determinate le difficoltà e per valutare un piano di rientro, una rateizzazione». Gli uffici comunali hanno già accolto decine di locatari morosi in queste settimane «trovando, nella maggior parte dei casi, un accordo – aggiunge Lodi – tenendo conto che l’indirizzo è quello di proporre delle soluzioni e non di ricorrere subito alle vie giudiziarie e esecutive». In due casi, per ora, all’invito del Comune non c’è stata neppure una risposta.

Tornando al nuovo sistema di assegnazione, questo avverrà attraverso un avviso a evidenza pubblica, con un’offerta economica al rialzo, partendo da un canone base di stima.

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«La ricognizione e poi il nuovo sistema di aggiudicazione – precisa Lodi – si muovono nell’ottica di una valorizzazione del patrimonio immobiliare, a garanzia di un’entrata per l’amministrazione. Questo considerando anche che un foro commerciale occupato gode di una manutenzione e concorre a vivacizzare una zona».

Se, malgrado l’annuncio non si dovesse fare vivo nessuno, ne verrà pubblicato uno esplorativo rivolto solo agli enti del terzo settore, non profit, per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse. Se neppure da questa attività dovesse spuntare un locatario, la giunta con apposita delibera potrà individuare un assegnatario in comodato, fatte salve le spese per utenze e manutenzioni.  

Le linee ora licenziate dalla giunta costituiranno la spina dorsale di un regolamento che il Consiglio comunale sarà chiamato a votare entro fine anno.