Quelli che la scuola…nel 2025
È passato un altro anno di scuola. Cambiano ministri, indicazioni, programmi, sogni e timori, ma la scuola sembra non cambiare mai. O perlomeno non in meglio. I numeri e i dati che la raccontano ne fanno un ritratto sempre uguale e se possibile in ribasso. Era così l’anno scorso, vale lo stesso per il bilancio di fine quarto di secolo ventunesimo. Le discussioni, sempre uguali. Le soluzioni, sempre lontane. I proclami, sempre sovradimensionati rispetto all’azione, sempre a costo zero. Facciamoci cullare dalla metrica del “Quelli che…” di Jannacci per viaggiare a ritroso e rivivere il meglio (del peggio?) di questo 2025 tra banchi e cattedre.
Quelli che…mettono il maglione natalizio per l’ultimo giorno di scuola;
Quelli che…insegnare è un mestiere fondamentale, ma il prestigio cala e lo stipendio resta fermo (Quarta Indagine Nazionale sugli insegnanti italiani, a cura di Unimib e altri);
Quelli che…il prossimo anno adotteranno il modello organizzativo finlandese, e buon Natale!
Quelli che…scelgono la scuola superiore guardando una classifica sul giornale, e dai;
Quelli che…mio figlio farà la scuola che vuole, ma poi lo iscrivono a quella che hanno fatto loro;
Quelli che…non hanno pranzato a Natale coi parenti perché avevano un ultimo open day online, oh yeah;
Quelli che…mani in alto e dammi quel cellulare;
Quelli che…avrebbero preferito educare all’uso del cellulare anziché buttare via il bambino con l’acqua sporca, vabbè;
Quelli che…criticano le indicazioni ministeriali;
Quelli che…noi l’educazione parentale, uuussignur;
Quelli che…vanno in bagno, fanno la pipì, poi aggiornano la lista stupri affissa sul muro (27 novembre 2025, liceo Giulio Cesare, Roma);
Quelli che…vengono messi in cattedra il 16 dicembre, oh yeah;
Quelli che…stanno male;
Quelli che…rientrano, come la mia amica Luisa;
Quelli che…il debate, l’intelligenza artificiale, e finisce che gli studenti non scrivono più;
Quelli che…gli studenti non sanno più scrivere – beh, forse perché non scrivono più?! mmmh;
Quelli che…si preparano alla maturità ma vorrebbero sapere come sarà, così eh;
Quelli che…criticano il ministro di turno ma poi ci fanno i selfie se lo incrociano, oh yeah;
Quelli che…quelli che si astengono;
Quelli che…vanno in classe ma le aule cadono a pezzi;
Quelli che…basta con questi tre mesi di ferie a scuola, e basta chiedere l’aria condizionata in cambio! Ma che?;
Quelli che…vanno a scuola volentieri;
Quelli che…serve la par condicio a scuola, eh?;
Quelli che…contano i record di 100;
Quelli che…all’esame di fisica per entrare in medicina guardano il foglio e non sanno da che parte cominciare;
Quelli che…è colpa di chi insegna fisica ooooh yeah;
Quelli che…la Bibbia è la grande assente dalla scuola italiana (l’ha detto Umberto Eco, non proprio un bigottone);
Quelli che…ecco mancherebbe anche la musica alle superiori, vostro onore;
Quelli che…parlano di cantautori e provano a mantenerli vivi in mezzo a tanta fuffa;
Quelli che…a scuola raccolgono fondi per i bambini di Gaza, oh yeah;
Quelli che litigano per questioni di principio, per partito preso, perché sono incazzati da vent’anni (o forse trentacin…);
Quelli che…scrivono le circolari con l’AI;
Quelli che…non leggono le circolari e le fanno riassumere all’AI, massì;
Quelli che…studiano su – proprio sopra – chatGPT;
Quelli che…invocano stati generali per rifondare una scuola tutta nuova per questo secolo che ormai ha chiuso il suo primo quarto e va tutto come venticinque anni fa (o anche trentacin…);
Quelli che…aspettano, aspettano invano, ooooh yeah;
Quelli che…torneranno in cattedra e ai banchi il 7 gennaio 2026 tenendo duro, o nonostante tutto – come preferite – provando a dare un senso alla quotidianità, per cavare ancora qualcosa da questo vecchio carrozzone che è la nostra scuola, a cui tocca voler bene e per cui vale la pena fare ancora qualcosa, o no? Mi sa di sì.
