LBA Legabasket 2020-21: la confusione regna sovrana nella nuova LBA di Umberto Gandini che mostra troppe indecisioni

Roma, 23 giugno 2020 – Parafrasando uno slogan di diverse lune fa di Luca Corsolini, nel pianeta dell’iperbasket tricolore ad oggi il livello d’entropia rischia di diventare sempre più intenso e, peggio che peggio, con il rischio di avvitarsi su stesso.

Eppure eravamo da poche ore entrati nel #Lockdown, esattamente il 9 marzo scorso, quando la LBA eleggeva Umberto Gandini, manager sportivo di chiara matrice professionale.

Un segnale forte, concreto e positivo, in deciso controtendenza alla chiusura imposta per evitare una strage da dimensioni bibliche. Ma soprattutto la sensazione che si fosse tornati finalmente ai tempi di Luca Corsolini e del Suo fantastico “Benvenuti nel pianeta dell’iperbasket!”, epoca in cui la pallacanestro italiana era forte, decisa ma soprattutto innovativa e senza avere paura di commettere errori fisiologici, quelli che commettono coloro che si sbattono.

Una nomina, quella di Umberto Gandini, ovviamente accompagnata con i peana e – in perfetto italiota style – mettendo alla berlina la gestione di Egidio Bianchi conclusasi in modo abbastanza contraddittoria ma, a dirla tutta, in perfetta linea politico-amministrativa degli ultimi decenni!

Ed il Gandini parte anche bene. Unica scivolatina la videoconferenza di presentazione progettuale del 26 marzo scorso, ma senza i siti web. Scelta anche condivisibile: non si possono invitare (quasi 100?), siti e blog, non è fisicamente possibile o, quantomeno, sarebbe opportuno invitarli tutti ma poi come si gestiscono?

Però mentre Umberto Gandini risponde ai colleghi delle testate nazionali (che per la cronaca ritagliano per il basket uno spazio a dir poco minimale, ma a voler essere buoni…), parla dei temi del web e del suo potere di essere penetrante, comunicativamente parlando, e di come possa fungere da ulteriore volano per la LBA.

Non importa poi se si comunica che ci sarà in futuro anche una videoconferenza per le testate web e, ad oggi, non mi risulta si sia mai fatta.

E dimenticando però che i bistrattati siti web amplificano le gesta della pallacanestro gratis ed a dismisura.

Anzi, praticamente finanziano a loro spese in termini di tempo, come per chi Vi scrive, anche la LBA in termine di diffusione del proprio prodotto, oltre che pagando gli hostin’ dove alloggiano i loro servers.

Soldi? No, impossibile pretenderli. Però almeno rispetto, quello sì!

Ma torniamo ai fatti. Si diceva del livello d’entropia.

Lamentando i costi elevati ed il livello tecnico basso del campionato, si pensava che un’edizione del nuovo LBA 2020-21 potesse tornare a 16 squadre. Niente di tutto questo.

I maligni dicono che la LBA a 18 squadre sia stata approvata per favorire le mire egemonico-espansionistiche di Stefano Sardara, prima con il progetto Cagliari, traslocato lo scorso anno a Torino in A2 ed oggi appunto con il team sabaudo assurto in LBA con parametri che ad oggi non si sono visti in modo chiaro e netto.

Se mi sbaglio, potreste fornirmene il dettaglio?

Non sono credibili queste accuse e non perchè il sottoscritto da sempre ammiri il Presidente della Dinamo Sassari quanto Luigi Longhi dell’Aquila Basket Trento, società nate quasi dal nulla ed oggi al vertice in LBA, frutto del loro sudatissimo ed encomiabile lavoro.

Semmai sarebbe da chiedersi come sia possibile che un manager di livello come Umberto Gandini possa mettersi immediatamente in una posizione di ripiego, da poco insediato, per favorire il particulare del Presidentissimo sardo.

Tuttavia, adesso si palesa uno scoglio alla navigazione.

Mentre il Basket Torino è in vendita, non risultano però esserci compratori ufficiali. O meglio, qualcuno ci sarebbe pure (le malelingue adombrano un fondo britannico che coprirebbe ancora la proprietà isolana), ma se alla fine la transazione non si concludesse?

“Fuga per la vittoria!”, un grande film dei primi anni ’80, avrà perciò ispirato la scelta di Umberto Gandini a rivolgersi alla Scaligera Basket Verona, vogliosa da diversi anni di salire al piano di sopra. A giorni la risposta.

Il tutto mentre sia la Virtus Roma che la Vanoli Cremona abbiano deciso di fare i kamikaze: o LBA o morte!

Eh sì, perchè hanno ed avranno tempo sino al 31 luglio di provarci. A Cremona si è mobilitato il tifo, organizzato e non, per racimolare quanto serve e quindi sopperire alla decisione di Aldo Vanoli di fare un passo indietro.

A Roma no. O meglio, nel senso che nel consueto costume della Virtus Roma, le cose si starebbero muovendo (incrociamo le dita), nel silenzio comunicativo più totale, senza far sapere nulla ad una tifoseria che, a questo punto, appare stanca, sfiduciata e depressa di questo andazzo, ormai in scena per la terza o quarta volta da qualche anno a questa parte.

O forse solo assuefatta e quindi di fatto indifferente ai propositi della proprietà, propositi che potrebbero sfociare in un ennesimo, nulla estivo?

Sarebbe peggio essere indifferenti ma, statene pur certi, ai diretti interessati proprietari la cosa tange nello stesso modo in cui preoccupa ai Noi, comuni mortali, quanto faccia freddo a Rejkjavik a Natale!

In questo caso, qualora nessuna entità convincesse l’ing. Claudio Toti a cedere la maggioranza della Virtus Roma, sarebbe proprio lui a decidere sul futuro delle sua squadra, come del resto Aldo Vanoli: andare avanti o chiudere per sempre i battenti!

Ma allora, con questi chiari di luna, che fretta c’era di obbligare ad esempio le società pericolanti come l’A.S. Pistoia Basket 2000 a tirarsi indietro entro il 15 giugno quando poi non c’era certezza di quante squadre fossero pronte ai nastri di partenza?

Inutile girarci attorno: com’è facilmente riscontrabile da chiunque, un campionato professionistico sportivo aumenta il numero delle sue partecipanti quando le cose vanno bene, quando i numeri sono positivi, quando tutto procede a gonfie vele.

Ad oggi invece i dati in nostro possesso ci dicono esattamente l’opposto in LBA se (tolta la Vuelle Pesaro che è uscita dall’impasse quasi 10 giorni fa ma non navigherebbe nell’oro), tre squadre come Pistoia, Cremona e Roma non abbiano più le risorse economiche per continuare malgrado le prime due calcassero da tempo i sacri legni e la terza fosse una neopromossa di fatto ma non nella sostanza!

Come anche fatto notare dall’editoriale di Umberto De Santis su PianetaBasket ieri, lasciamo stare che l’ACB sia ripartita anche se a porte chiuse perchè comunque il prossimo campionato spagnolo sarà a venti squadre.

Logica l’equazione: più squadre, più partite, maggiori introiti dai diritti TV o di piattaforma. Ma non solo questo, perchè la Spagna è di fatto la nazione guida del movimento FIBA europeo, per palese distacco quantomeno del nostro orticello.

Certo, la vittoria del recente mondiale cinese ha rafforzato il dominio iberico, fatto anche di strutture fisiche (palazzetti, as usual), che rapportate alle nostre sembrerebbero veramente del pianeta dell’iperbasket!

Se n’è accorto anche il Presidentissimo per antonomasia, Giovanni Petrucci, che nel corso di una intervista ha dichiarato che il paragone, tra Noi e Loro, è inappropriato perchè…

“…E’ un paragone onestamente impossibile. Le società della Liga Endesa sono dotate oggettivamente di palazzetti più piccoli, ma migliori rispetto ai nostri e tutti dotati d’aria condizionata.”

Sorridiamo. Glissando su alcune domande che sarebbe spontaneo porre all’incontrastato dominus del basket tricolore e che sempre più spesso si lascia andare a considerazioni a dir poco controverse…

Comunque, tornando a Noi, se poi anche Vanoli Cremona e Virtus Roma saltassero, chi le potrebbe sostituire? E la SuperCoppa con sei gironi da tre squadre con il via al 29 agosto che celebra il 50 Anniversario della LBA?

E se non saltano come tutti ci auguriamo, quanto tempo avranno per mettere in campo squadre competitive?

Molti puntano delle fiches su Napoli, la quale al momento avrebbe attrezzato un buonissimo roster per la A2: Marini, Sandri, Josh Mayo, Iannuzzi. Ne mancherebbe però sempre una.

Sì, perchè intanto non è detto che Verona alla fine ce la faccia.

E non sappiamo nemmeno, con i palazzetti ridotti probabilmente al dimezzamento delle presenze (positiva almeno l’adesione della LBA in queste ore al #Sport4Recovery), quale piattaforma trasmetterà le partite. Chi Vi scrive ha pensato che l’arrivo di Umberto Gandini in LBA aprisse nuovi scenari anche in questa direzione.

Magari più spazio alla trasmissione in chiaro sui broadcast televisivi come RAI o Mediaset od altri, proprio per equilibrare le scarse presenze, imposte per ragioni di sicurezza, tra gli spalti.

O magari produrre – finalmente – un canale in chiaro come SuperTennis, che ha talmente ben fatto da aumentare in questi anni il numero dei proseliti e dei tesserati in Italia, portando anche nuovi volti vincenti all’attenzione di tutti dopo decenni di magre.

Accidenti, che bel modo questo sarebbe di festeggiare i 50 anni della LBA!

Per carità, nulla o poco da dire su quanto prodicano Sky ed Eurosport che speriamo possano sempre continuare a trasmettere più basket sebbene a pagamento, perchè vogliamo più pallacanestro, sempre di più e valorizzando magari anche quello femminile una volta per tutte!

Nel frattempo però le speranze di ripartire mettendo a posto problemi atavici, correggendo magari storture regolamenti inadeguate prolungando anche il via del campionato ad ottobre, provando a riequilibrare la rotta di un pianeta dell’iperbasket che vaga ormai da troppo tempo nello spazio da solo, come nella fiction “Spazio 1999”, si riducono a lumicino giorno dopo giorno nell’apprendere queste notizie dense di dubbi e d’incertezze.

Eppoi, siamo proprio certi di aver visto quanto di peggio potesse accadere?

Fabrizio Noto/FRED

@FaberNoto

L'articolo LBA Legabasket 2020-21: la confusione regna sovrana nella nuova LBA di Umberto Gandini che mostra troppe indecisioni proviene da All-Around.