Covid, nel Bellunese positivi raddoppiati, «ma il sistema sanitario tiene»
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In 24 ore si è passati da 246 a 440 casi: «Visti i pochi i ricoveri, l’attività ospedaliera va avanti. Recuperati gli arretrati»
BELLUNO. Nel Bellunese siamo passati in un giorno da 246 a 440 positivi: quasi il doppio in 24 ore. Numeri che metterebbero in crisi qualsiasi sistema sanitario se non ci fosse stato un anno di vaccinazioni. Sono ancora molto contenuti, infatti, i ricoveri per Covid, sia nelle terapie intensive che nei reparti specifici.
È a questo dato, quello della ospedalizzazione, che guarda la direttrice generale della Ulss Dolomiti, Maria Grazia Carraro che ha tracciato il bilancio di un anno di attività, partendo appunto dai nuovi casi.
«L’incidenza settimanale, casi su 100mila abitanti, è in crescita. Nella settimana dal 22 al 29 dicembre siamo arrivati a 548 positivi, comunque al di sotto del dato nazionale, 644. Attualmente in provincia ci sono oltre duemila positivi e 3075 persone in isolamento. La differenza rispetto ad un anno fa è che i ricoveri sono contenuti, quattro in terapia intensiva, 31 nelle aree non critiche e 12 nell’ospedale di comunità», ha spiegato la Carraro.
«Il vaccino è stato fondamentale», prosegue Carraro, «non protegge tanto dal rischio contagio, quanto dalle conseguenze gravi. È come l’antinfluenzale che facciamo da anni: non assicura di non prendere l’influenza, ma il virus colpisce in forma blanda».
Le dosi di vaccino inoculate nei bellunesi sfiorano ormai le 377mila, tra gli over 12 l’85 per cento ha fatto il ciclo completo e l’87 per cento almeno una dose. Tra i 5 e gli 11 anni ci sono già 1180 bambini vaccinati, mentre le terze dosi hanno interessato finora 77mila bellunesi, con una copertura dell’82 per cento per gli over 80 e dell’81 per cento per gli over 70.
«Durante i giorni di festa auspico che ci sia stata una assunzione di responsabilità in tutti, nell’applicare le misure di prevenzione, mascherine e lavaggio delle mani, nell’arieggiare le stanze, evitare gli assembramenti e nell’avere attenzione nei confronti delle persone fragili, anziani o con malattie» ha aggiunto la dg.
Un aumento così importante di positivi di giorno in giorno mette in difficoltà il tracciamento, ammette la Carraro: «Abbiamo cercato di rinforzare la struttura, ma è evidente che questo servizio è sotto pressione. Secondo i dati che abbiamo, i nuovi positivi sono concentrati in due fasce principali, i ragazzi e gli adulti, cioè i loro genitori».
Che la situazione sia comunque migliore, sul fronte ospedaliero, rispetto ad un anno fa lo dimostra anche il numero di visite, interventi e attività varie che vengono svolte ogni giorno.
«L’anno scorso, in questo periodo, tutta l’attività ospedaliera era concentrata sui casi di Covid, non c’erano interventi, erano state sospese le visite, si faceva fronte solo alle emergenze. Ora non è così. Siamo riusciti a recuperare negli ultimi sei mesi quasi tutto l’arretrato che avevamo e l’attività extra Covid procede. Se i dati sui contagi e sui ricoveri dovessero cambiare, faremo una rimodulazione delle attività. Per ora riusciamo a mantenere una buona risposta agli utenti e alle loro necessità sanitarie, che non sono solo quelle della pandemia».