Belluno, fugge dai domiciliari per spacciare: arrestato
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Di nuovo nei guai il ventenne Allae Dhaih: i carabinieri lo hanno fermato lunedì notte. Il giudice ha convalidato l’arresto
BELLUNO. Evasione dai domiciliari e detenzione di droga ai fini di spaccio: sono le ipotesi di accusa nei confronti di Allae Dhaih, ventenne di origini marocchine ma nato in Cadore e residente in provincia.
I carabinieri della Compagnia di Belluno lo hanno pizzicato fuori casa, quando avrebbe dovuto essere agli arresti nella sua abitazione per i violenti fatti di Monastier dello scorso ottobre, per i quali andrà a processo a febbraio. Lo hanno rincorso, acciuffato e riportato in carcere non prima di averlo perquisito, trovandogli nella disponibilità sei o sette grammi di hashish.
Inizio di anno col botto per il ventenne, appartenente a un gruppo di ragazzi noto a Belluno come “Cobra gang”.
Lunedì, intorno alle 22, la pattuglia del Radiomobile dei carabinieri di Belluno lo ha notato in strada, dove non doveva essere. Più o meno a una distanza di un chilometro dalla sua abitazione. Alla vista della pattuglia il ragazzo ha cercato di fuggire, ben sapendo che avrebbe passato dei guai, ma i carabinieri lo hanno agganciato. Ne è seguita anche una perquisizione, dalla quale sono spuntati alcuni grammi di stupefacente leggero.
L’evasione e l’hashish, seppure in modesta quantità, hanno fatto scattare nuovamente le manette: Allae Dhaih è stato arrestato per la seconda volta.
Ieri è comparso davanti al giudice per la convalida di quel provvedimento, difeso dall’avvocato Mauro Gasperin: il giudice Enrica Marson ha convalidato e disposto nuovamente gli arresti domiciliari, come chiesto anche dal pubblico ministero Primavera. Il ragazzo non ha pronunciato parola: si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma prima o poi dovrà spiegare anche come si è procurato quel po’ di hashish che aveva in tasca, dal momento che in casa non poteva ricevere estranei. E cosa ci faceva in strada con la roba in tasca? Il giovane, tra l’altro, condivide l’appartamento con il fratello Sofian, anche lui oggetto di misura cautelare con un obbligo di dimora a Belluno e rientro forzato alle 20 di sera. Sofian Dhaih, sempre col fratello, era stato protagonista di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Il primo arresto per Allae Dhaih avvenne l’anno scorso, quando a Monastier fu autore di un’ “alba brava” davanti ad alcuni locali della cittadina trevigiana. Armato di coltello minacciava i coetanei, estorcendo loro portafogli, abbigliamento, oggetti preziosi indossati. A un minorenne strappò l’orecchino dal lobo, minacciandolo col coltello.
I carabinieri trevigiani lo beccarono nascosto dietro una siepe. Per quell’episodio di violenza l’arresto fu tramutato in arresti domiciliari: lunedì la sua “evasione” e le nuove grane per le quali dovrà rispondere secondo le ipotesi formulate dalla procura.
Per i fatti di Treviso, Allae Dhaih comparirà a processo il 3 febbraio (sempre difeso dall’avvocato Gasperin). Il 20 gennaio, invece, in tribunale a Belluno si aprirà il processo a entrambi i fratelli e alla decina di giovani presunti appartenenti alla “Ccobra gang”, per rapina, violenza sessuale di gruppo, lesioni.