Belluno, mamma e papà del bullo tra dispiacere e dubbi. Chiedono più chiarezza poi arriveranno le scuse

Le indagini per il pugno sul naso in stazione sono ancora in corso. L’avvocato difensore Rech: «Le due famiglie dovrebbero incontrarsi»

BELLUNO. Dispiacere. La famiglia del bullo minorenne, che è indagato per lesioni nei confronti di un altro ragazzo, ha incontrato ieri pomeriggio l’avvocato difensore Enrico Rech. Papà operaio e mamma casalinga di origine marocchina si sono detti profondamente dispiaciuti per quello che sta succedendo e anche per il giovane che, nello scorso mese di ottobre, è stato colpito con un pugno alle spalle, mentre era alla stazione e stava aspettando l’autobus per tornare a casa. Erano finite le ore di scuola, all’Enaip di Longarone.

È non è un atteggiamento di convenienza: «Sono due persone molto perbene, oltre che perfettamente integrate nel tessuto sociale in cui vivono», sottolinea Rech, «tutto il paese in cui risiedono li apprezza, al di là di quello che avrebbe commesso un figlio molto giovane».

È ancora presto per presentare delle scuse ai genitori dell’aggredito. Prima la famiglia vorrebbe avere chiarezza su quello che è accaduto: «Una volta capito tutto, credo che saranno i primi a scusarsi, se questo dovesse essere necessario. Per quanto mi riguarda, auspico anche un incontro che permetta un chiarimento tra questi due nuclei familiari. Nel frattempo, aspettiamo che finiscano le indagini preliminari, prima di arrivare a delle conclusioni premature».

Martedì mattina Chiraz Guennari, la madre dell’aggredito, è stata ricevuta dal sindaco Massaro e ha chiesto giustizia per il figlio anche all’amministrazione comunale. Il primo febbraio una visita medico legale e poi l’avvio di una causa civile, visti i tempi della Procura dei Minori. «A parti invertite – chiosa Rech – avrei fatto lo stesso. Il pugno c’è stato e non servono prove. Dubbi invece sul presunto tentativo di aggressione che ci sarebbe stato nei giorni successivi, in compagnia di alcuni amici, sempre in zona stazione. Non ho ancora nemmeno un atto in mano e sono in attesa anch’io di capire».