Erto, “perdona” e salva la poiana bloccata nel suo pollaio: «In montagna si fa così»
ERTO. Un salvataggio in extremis prima che la spaventata poiana, entrata in un pollaio e incapace di uscire da sola, si facesse davvero male.
Felice Corona, proprietario della fattoria didattica “L’asino che vola” di Erto, si è dovuto improvvisare ornitologo per aiutare un giovane rapace in difficoltà.
L’esemplare di poiana si era intrufolato in un capanno dell’azienda agricola ertana, attirato dalla presenza di alcune galline, ma rischiava di spezzarsi le ali o peggio.
Richiamato dagli schiamazzi e gridi acuti, Corona ha subito capito che non c’era il tempo di allertare i tecnici del Parco e ha indossato alcuni guanti rinforzati.
Stremata, la poiana si è fatta pian piano avvicinare dall’uomo che, sinceratosi sulle sue buone condizioni di salute, l’ha poi liberata.
Il filmato della liberazione del rapace postato su Facebook ha subito riscosso consensi e like.
«Scegliere di lavorare la terra in alta montagna significa anche questo», ha raccontato l’agricoltore, falconiere per un giorno. «I problemi sono numerosi e spesso riguardano la scarsa fiducia di banche e soggetti istituzionali nei confronti di chi investe in aree disagiate. Non è la prima volta che dobbiamo usare i risparmi personali per un nostro progetto in attesa di mutui e contributi. Ma siamo convinti della bontà del progetto e andiamo avanti».
Un appello a non far morire le aziende come la fattoria didattica “L’asino che vola” sotto il peso della burocrazia è giunto anche da Mauro Corona, compaesano e omonimo del titolare della fattoria, durante la trasmissione Rai “Cartabianca” della scorsa settimana.
La famiglia di Felice Corona ha investito ogni risorsa disponibile nella ristrutturazione dei vecchi stabili di proprietà in località Sciassana, un angolo immerso nel verde della Val Vajont ma impervio e soggetto alle bizze del maltempo.
Più volte, per i lavori di recupero degli immobili e per il foraggiamento invernale delle mucche, si è dovuti ricorrere all’intervento dell’elicottero.
Felice Corona non però ha mai perso la speranza. Il suo sogno è di fare della piccola realtà un punto di riferimento per ragazzi disabili, oltre che un presidio concreto contro l’abbandono della montagna e delle attività di un tempo.
Poi ci sono gli intoppi con la macchina amministrativa e i problemi logistici, come il rischio di veder compromesso un progetto di coltivazione dello zafferano a causa di una nuova strada che dovrebbe passare proprio sui terreni dell’agricoltore.
È anche a questo che lo scultore ertano si riferiva pochi giorni fa in durante la trasmissione televisiva dialogando del futuro delle vallate alpine insieme alla giornalista Bianca Berlinguer.
«Non possiamo sperare che questi coraggiosi facciano tutto da soli nel lottare con un sistema che molto spesso non cerca il bene delle terre povere come la nostra», è stato l’ennesimo appello di Mauro Corona al buon senso da parte di uffici e banche.