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Февраль
2022

Due anni di Covid in Veneto, Zaia: «Una delle più grandi tragedie dell’umanità, ora la sanità deve cambiare»

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Due anni di Covid in Veneto, Zaia: «Una delle più grandi tragedie dell’umanità, ora la sanità deve cambiare»

Il presidente ha ripercorso le date fondamentali da due anni di pandemia, dal primo morto in Veneto all’arrivo dei vaccini. «Ora siamo entrati nella fase 3, di convivenza piena. Il virus si sta endemizzando, e dobbiamo riconoscere la validità delle vaccinazioni»

VENEZIA. «Una tragedia, ti accorgi di essere stato in guerra dopo che l’hai vissuta». A due anni dal primo morto di Covid in Veneto, il 21 febbraio 2020, il presidente della Regione ha tracciato un bilancio di due anni di Covid: «Quel febbraio del 2020 noi tutti avevamo le nostre idee, c’era chi pensava fosse un’influenza, chi pensava sarebbe finita dopo pochi mesi».

«Siamo arrivati fino a qui grazie alla squadra: ringrazio tutti i sanitari di ogni ordine e grado, tutti e 54 mila, dai medici agli operatori socio sanitari, dai pediatri ai medici di medici generale, poi tutti i volontari. 

Ringrazio tutti i veneti, se il Veneto è così oggi è grazie ai veneti: abbiamo più del 90 per cento di popolazione vaccinata, ringrazio chi ha rispettato le regole.

Stiamo vivendo una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità, una tragedia planetaria che ha fermato il mondo, un mondo che da 24 mesi sta vivendo con i bollettini».

 «Abbiamo vissuto una delle più grandi tragedie della storia dell'umanità. L'abbiamo vissuta in real time».

«Rispetto alla peste del 1630 - ha aggiunto Zaia - abbiamo non pochi vantaggi: ospedali, medici, antivirali, le terapie intensive, i test, non avevamo le mani nude. Ma abbiamo vissuto una tragedia che in questo mondo globalizzato è divenuta mondiale, e ha fermato il mondo».

Poi Zaia ha speso parole di ringraziamento per i bambini: «Ringrazio i bambini, la parte nobile della nostra società: sono loro con gli adolescenti che hanno sofferto di più le chiusure. 

Poi il lavoro dei giornalisti, che hanno raccontato, hanno impartito indicazioni. «Voi venivate qui quando la gente aveva paura di morire».

Ecco le date ripercorse dal presidente Zaia:

Il 30 gennaio 2020 l’Oms dichiara la pandemia mondiale. «Noi eravamo la regione che un piano pandemica lo aveva e lo abbiamo messo in pratica».

Il 4 febbraio 2020 la prima dichiarazione di Zaia: «Proposi l’isolamento fiduciario per tutti coloro che rientrano dal Capodanno cinese. Apriti cielo, fui accusato di essere un razzista. Ci fu una grande polemica»

Il 21 febbraio 2020 è il giorno del primo morto di Covid, Adriano Trevisan: «Alle 16.30 mi chiamarono per dirmi che avevamo i primi due pazienti Covid. Qui ricordo il medico che a fronte di due polmoniti resistenti pensò di eseguire un test Covid. La sera andai a Padova e li ho deciso di far fare il test a tutti gli abitanti di Vo’, con il parere contrario di molti. Ringrazio i cittadini di Vo’ che si sono sottoposti a un tampone, anche con il parere contrario dell’Oms, che diceva fare tamponi ai soli sintomatici». 

«Poi abbiamo chiuso l’ospedale di Schiavonia e abbiamo messo le tende riscaldate fuori dagli ospedali. Tre decisioni che sono state contestati da molti»

Il 22 febbraio 2020 «è stata chiusa Vo’ e abbiamo concluso prima del tempo il Carnevale di Venezia».

Il 24 febbraio 2020 la Protezione civile allestì le tende fuori dagli ospedali: «Avevamo già chiaro che dovevamo dividere i pazienti e quel giorno sono iniziate le dirette, ho iniziato a parlare ai veneti di Covid».

L’1 marzo 2020 il Veneto è diventato zona rossa con Emilia Romagna e Lombardia: «Così siamo diventati gli untori d’Italia», afferma Zaia con ironia.

Il 3 marzo 2020 «Abbiamo creato il nostro comitato tecnico scientifico». 

Poi Zaia ha ricordato la mancanza di mascherine:

Il 7 marzo 2020 viene annunciato il lockdown: «Non ci dimenticheremo mai l’assalto alla stazione di Milano per scappare via»

Il 9 marzo 2020 il governo estende la zona rossa a tutta Italia: inizia il lockdown, che durerà fino al 4 maggio. «Abbiamo dovuto dire a un Paese intero che avremmo chiuso tutto, tranne i negozi di alimentari. Era sparita la farina, ve lo ricordate? C’erano le code fuori dai supermercati».

L’11 marzo 2020 l’Italia chiude definitivamente: «Il Veneto apre il conto corrente, che raccoglierà 50 milioni di euro. Ennio Doris donò 6 milioni di euro»

Il 14 marzo 2020 inizia la campagna dei tamponi on the road: «Oggi possiamo dire che siamo la regione che ha fatto più tamponi, anche della Corea. Abbiamo superato i 20 milioni di test».

Il 15 marzo 2020 parte il piano Marshall contro il Covid: «Abbiamo fatto nascere i 12 Covid hospital del Veneto e poi abbiamo rimesso in moto i famosi ospedali chiusi, da Valdobbiadene a Monselice, circa 700 posti letto»

Il 18 marzo 2020 arriva Grafica veneta con le mascherine: «Ci ha donato gratis 13 milioni di pezzi». «Franceschi è stato bravissimo, oggi potrà far sorridere, ma allora le mascherine non c’erano. E’ stata una boccata di ossigeno. Qui sotto c’erano gli anziani in lacrime che ci chiedevano le mascherine»

Il 29 marzo 2020 arrivano i nuovi test, i pungidito: «Erano l’unico test di massa che avevamo, perché potevamo fare al massimo poco più di duemila tamponi molecolari al giorno».

Il 7 aprile 2020 arrivano due macchine da 9 mila tamponi: «Così è cambiato il nostro tempo di processazione, ci mancavano i software. Le abbiamo recuperate in Olanda»

Ad aprile compaiono le Usca e vengono assunti 500 medici.

L’8 aprile 2020 viene donato l’ospedale del Qatar: «Ora andremo a smontarlo, ma finchè non è finita resta lì».

Pasqua 2020: «Ci siamo arrivati con difficoltà, però in quel momento iniziammo a vedere la luce in fondo al tunnel»

Il 12 maggio 2020 viene istituita la banca del plasma: «Non è una scoperta del 2020, l’abbiamo voluta istituire con la dottoressa De Silvestro, perché potessimo curare con il plasma dei guariti»

Il 13 luglio 2020 arriva il primo test antigenico: «Sembrava di bestemmiare in chiesa. Ma ora vengono usati solo quelli».

Il 2 ottobre 2020 abbiamo fatto la prima presentazione al mondo dei primi test fai da te: «Siamo stati snobbati, ora invece li vendono ovunque»

Il 13 ottobre 2020 inizia la seconda ondata: «Dopo la fase di sollievo inizia a farsi sentire il virus, aprono le scuole»

Il 3 novembre 2020 viene istituito il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino e esordisce il sistema dei colori.

Natale 2020 tutta l’Italia diventa praticamente zona rossa: «A quel punto decido di anticipare la chiusura».

Il 27 dicembre 2020 la svolta, arrivano le prime dosi di Pfizer: «Arrivarono 827 dosi, ora siamo a 10 milioni di somministrazioni».

Gennaio 2021: «Noi non abbiamo riaperto le scuole e il 29 gennaio il Veneto diventa zona gialla. In quel mese noi ci siamo giocati la partita della primavera, che per noi non è stata così pesante»

A febbraio 2021: arrivano i monoclonali; ad aprile 2021 vengono utilizzati i salivari, che saranno validati il 26 maggio. Il 13 maggio arriva il generale Figliuolo, il 9 settembre viene lanciato il progetto delle scuole sentinelle, che poi sarà esteso a tutta Italia.  Il 16 dicembre 2021 inizia la vaccinazione 5-11 anni 

Il 7 gennaio 2022 arrivano i nuovi antivirali: «Dopo due anni di Covid abbiamo una popolazione vaccinata all’89, 90 per cento».

Questo il commento di Zaia: «Dovevamo ripercorre queste fasi. E’ il racconto di una tragedia ma anche di una squadra che ha lavorato e ha innovato, è un percorso che ci lascia dei numeri. Il giorno più nero della pandemia è stato il 4 gennaio del 2021, giorno in cui abbiamo contato 122 morti in 24 ore. Il 3 gennaio 2021 in ospedale avevamo 4 mila ricoverati, 401 pazienti in terapia intensiva; il 29 dicembre 2020 entrarono 63 persone in terapia intensiva lo stesso giorno».

«E’ stato un incubo per tutti, in particolare per chi l’ha vissuta in prima linea. E’ stata una tragedia che mai un amministratore avrebbe voluto vedere. Ho visto l’alluvione del 2010, il terremoto del Polesine, ho visto Vaia. Mai avrei pensato di vedere i miei veneti morire. Te ne rendi conto dopo che sei stato in guerra. Abbiamo scoperto di avere un popolo eccezionale, che sono i veneti. Abbiamo scoperto la solidarietà. Non possiamo dimenticare che abbiamo perso quasi 14 mila vite».

«Penso - ha aggiunto Zaia - che siamo entrati nella fase 3, di convivenza piena. Penso che il virus si stia endemizzando, e dobbiamo riconoscere la validità delle vaccinazioni: se non fossimo al 90% vaccinati non avremmo questi toni.

È avviata una convivenza vera, dovremo avere cura di portare la mascherina, non per legge ma per buonsenso. E magari potremo tutelare anche gli altri dalle nostre infezioni come il raffreddore. Tutto è fonte di crescita, non siamo più quelli di prima», ha concluso.

«La pandemia ci ha insegnato che la sanità pubblica deve cambiare radicalmente». «Questo paese - ha aggiunto Zaia - ha l'obbligo morale che il DM sui posti letto per abitante vada cambiato, ce ne vogliono di più; che bisogna investire nei professionisti, nelle assunzioni e negli stipendi, per essere più professionalizzanti e più attrattivi, che la sanità da una visione analogica deve andare a una sempre più digitale e fortemente orientata sull'intelligenza artificiale.

Il che non vuole dire meno professionisti, ma sappiamo che le nuove tecnologie permetteranno di curare meglio e di assistere meglio», ha concluso. 





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