Belluno, salgono i prezzi delle case: più 5 per cento in soli sei mesi
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Dopo il boom della pandemia (più 15 per cento delle compravendite). «Ma ora la domanda sta rallentando.Burocrazia e costo delle materie prime frenano gli affari»
BELLUNO. «Il covid, con i vari lockdown, è stato un acceleratore della volontà dei bellunesi di cambiare casa». Il mercato immobiliare è stato così in fermento che le compravendite sono aumentate del 10-15% negli ultimi due anni. Lo conferma Giuliano Dal Magro, presidente provinciale della Fiaip, la federazione delle agenzie immobiliari. E lui stesso immobiliarista.
Ma, attenzione: se i bellunesi, da “prigionieri” in casa, hanno avvertito la necessità di avere spazi più ampi, magari una residenza con giardino e tre camere («questa la richiesta classica»), ora la domanda sta rallentando. I motivi? «Anzitutto il superbonus», spiega Dal Magro. «L’acquirente, prima di concludere la trattativa, deve essere sicuro che il bonus si possa applicare a ciò che sta per comprare».
Non solo: le vendite si sono rallentate a causa dei forti ritardi nell’accesso agli atti nei Comuni, dove spesso si è passati da un mese di attesa anche a 4 o 5. Poi ha inciso l’aumento dei prezzi delle materie prime. «Ci sono costruttori che non si fidano di completare i preventivi e di indicare una data di consegna. Se, infine, l’anno scorso a marzo», esemplifica ancora, «immobiliarista pagavo 200 euro di bolletta del gas e quest’anno dovrò sborsarne 400, l’entusiasmo originario per l’acquisto si smorza e decido di aspettare».
Nei due anni della pandemia, le transazioni in provincia non soltanto sono aumentate fino al 15%, ma anche i prezzi delle case sono lievitati; nell’ultimo semestre, ad esempio, del 5%, quanto al settore residenziale. In un anno le compravendite nel territorio provinciale si aggirano intorno alle 2.300 operazioni; 420 di media a Belluno e dintorni. Medesima quota nel Feltrino. Ben 500 tra l’Agordino e l’Alto Agordino. Invece, 250 nel Cadore, solo 67 in val Boite, Cortina compresa. Il numero è tanto più contenuto – spiega Dal Magro – quanto più alti sono i prezzi delle case. A Longarone le operazioni in un anno sono sulla quarantina.
I prezzi, si diceva. E qui la provincia ne esce con un mosaico molto composito. Un metro quadro di usato, a Belluno, lo si trova a 1200 euro, con rialzi fino a 1300. La casa costa poco a Sospirolo e a San Gregorio, tra i 500 e i 600 euro. A Cortina, invece, 20 volte di più. Parliamo sempre di usato e un metro quadro, ai piedi delle Tofane, non lo si trova a meno di 10 mila euro, con oscillazioni fino a 12 mila euro (poi, ovviamente, ci sono le oscillazioni). C’è ancora caccia alla seconda casa a San Vito di Cadore, a Borca. E qui i prezzi vanno dai 4 mila euro al mq della prima cittadina ai 2500-3000 della seconda. Attenzione, nei territori Fodom, da Colle Santa Lucia a Livinallongo, l’usato costa addirittura di più, fra i 3000 e i 3500. Si difende bene Alleghe con 2300 al mq, mentre Falcade si accontenta di 2 mila euro. Esattamente come in Val di Zoldo. Chi vuol risparmiare, a Longarone trova casa per 600 euro al metro.
Dopo due anni di pandemia e di mercato immobiliare in espansione, oggi l’offerta di alloggi si è ridotta, mentre la domanda resta alta. Sia per le compravendite, che per le locazioni. «Il desiderio dei più è di avere una casa singola, con almeno tre camere, perché una di queste deve funzionarie da stireria, parco giochi oppure smart working, soggiorno con angolo cottura e, soprattutto, area scoperta, magari giardino. È il tipo di residenza», conclude Dal Magro, «che si vende in minor tempo».