Crisi Ucraina, in Veneto 26 hub accoglienza per i profughi: ecco dove saranno allestiti
Nell’ordinanza che fissa regole e servizi sono elencati tutti i luoghi in cui saranno accolti i profughi ucraini. Tampone obbligatorio, proposti tutti i vaccini, interpreti
VENEZIA. Gli arrivi si susseguono a ritmo accelerato e la previsione di cinquantamila profughi ucraini alla ricerca di asilo in terra veneta appare sempre più realistica. Ad oggi i centri d’accoglienza hanno censito circa 2.500 rifugiati, un flusso dichiaratamente inferiore alla realtà e composto perlopiù da donne e bambini giunti in treno, in pullman, più raramente, in auto.
Treviso (780), Venezia (450), Vicenza (430) le mete scelte con maggiore frequenza.
Sul versante sanitario, i 2.306 tamponi somministrati hanno intercettato un 2% di positivi al Covid ma ad allarmare i medici è soprattutto la diffusa assenza di vaccinazioni primarie – difterite, tetano, morbillo, pertosse, tubercolosi, poliomielite – alla quale si tenta di ovviare allargando l’offerta di profilassi, soprattutto nel segmento infantile.
Rilasciate 866 tessere sanitarie
«Noi curiamo tutti i malati, senza se e senza ma, abbiamo già rilasciato 866 tessere provvisorie per accedere all’assistenza sanitaria, nella metà dei casi i pazienti sono minori» le parole di Luca Zaia, che rimarca l’adesione generosa all’appello della Regione: 2.502 offerte di ospitalità (equivalenti a 5.600 posti letto); 1.893 versamenti al conto corrente solidale, approdato a 291 mila euro.
Ciò detto, le immagini delle città ucraine ridotte a cumuli di macerie dalle bombe russe non inducono all’ottimismo: «Noi imploriamo la pace ma dobbiamo prepararci al peggio», la convinzione del presidente del Veneto che in mattinata, nella veste di commissario di governo all’emergenza, ha firmato due ordinanze in rapida successione.
La prima nomina una serie di “soggetti attuatori”, individuati in manager pubblici ed esperti collaudati quali Idelfo Borgo (Agenda digitale e cibersecurity), Paolo Fattori (Edilizia e gestione ospedaliera), Paolo Rosi (coordinamento dell’Emergenza/urgenza) e Tiziano Barone, il direttore dell’agenzia Veneto Lavoro. A quest’ultimo è affidato il compito di allestire una sorta di borsino della domanda e offerta occupazionale riguardante i profughi.
«Qualche perditempo sostiene che io voglio sostituire i No vax sospesi con i rifugiati: è una sciocchezza. Le regole vaccinali sono identiche per tutti e in ogni caso stiamo parlando di opportunità, penso alla stagione balneare, largamente respinte dagli italiani. Il lavoro è fonte di dignità e integrazione, le imprese associate a Confindustria Venetocentro hanno offerto 240 posti a chi fugge dalla morte, le ringrazio. Una diaria giornaliera agli sfollati sull’esempio del Friuli Venezia Giulia? Non abbiamo risorse sufficienti».
Il masterplan dell’emergenza
L’atto successivo ha invece il tenore di un vero e proprio masterplan dell’emergenza: «Abbiamo previsto diversi scenari di crisi, la nostra straordinaria sanità scenderà in campo con 26 hub di riferimento in ogni parte del territorio e si varrà di squadre multidisciplinari, attive anche nelle stazioni ferroviarie delle maggiori città: Venezia-Mestre, Padova e Verona. Per chi arriva in Veneto sarà obbligatorio il tampone, senza eccezione alcuna».
I dettagli li illustra Francesca Russo, la direttrice del dipartimento Prevenzione: «Per la presa in carico utilizzeremo i centri vaccinali, ora ad affluenza ridotta, mentre i punti tampone saranno adibiti al solo transito. Ipotizziamo tre livelli a crescente intensità di arrivi: fino a 4 mila, da 4 a 10 mila, oltre i 10 mila», è la premessa.
I tre livelli
Nel primo caso la competenza spetterà ai prefetti d’intesa con i sindaci, successivamente sarà il commissario Zaia a coordinare le iniziative in materia di sanità, accoglienza, trasporti e lavoro. La collocazione degli hub riflette quella dei distretti e il personale, diviso in team operativi, comprenderà più figure: «In ciascun nucleo sono previsti un medico, due assistenti o infermieri, un interprete, un amministrativo e uno psicologo, fondamentale nel supporto a persone traumatizzate dalla guerra, minori, donne sole. Lavoriamo all’elaborazione di materiale scritto in lingua ucraina. In partenza gli hub seguiranno orari d’ufficio ma in caso di necessità sarà assicurata una copertura h 24 anche previa reclutamento di ulteriore personale rispetto a quello in servizio».
Piano emergenze nucleari e pnrr
È tutto? Quasi. Prima di saltabeccare alla conferenza delle Regioni (per il via libera al Piano emergenze nucleari presentato dal Governo), Zaia – sollecitato anche dalle parti sociali – volge lo sguardo al micidiale rincaro di energia e materie prime: «È una tragedia, fermi aziendali, occupazione e redditi familiari sono in pericolo, Non stiamo vivendo la terza guerra mondiale dal punto di vista bellico ma il conflitto globale economico e finanziario è già esploso. Faccio appello al premier Draghi: abbiamo disegnato un Pnrr per un Rinascimento ma ora lo dobbiamo riadattare. Sono preoccupato perché molti dei fondi in arrivo sono destinati all’abbellimento del territorio, un obiettivo lodevole in tempi ordinari ma insostenibile in questa fase critica dell’economia: le linee di investimento vanno rinegoziate con l’Europa o la recessione diventerà drammatica».