Acquedotto a Belluno, 10 milioni a Gsp con gli Hydrobond: «Ma per tutti i lavori ne servono 400»
Sommavilla: la priorità è risolvere le perdite lungo la rete. Chiesto impegno ai sindaci soci per trovare altre risorse
BELLUNO. Gli Hydrobond fruttano dieci milioni di euro a Bim Gsp. Soldi che la società investirà per adeguare le sorgenti, ammodernare gli acquedotti, ridurre le perdite, estendere le reti fognarie, costruire depuratori e rinnovare le infrastrutture esistenti, andando così a potenziare il piano degli investimenti da 220 milioni di euro che è già stato approvato.
Gli Hydrobond sono emissioni obbligazionarie a lungo termine. Questa operazione, in particolare, ha permesso di emettere obbligazioni per 148,5 milioni di euro destinate a sei gestori Viveracqua, fra i quali c’è anche Bim Gsp che è risultata destinataria di un finanziamento di 10 milioni di euro. «In questo modo potremo ripartire gli oneri della costruzione di un’opera in un tempo più lungo», spiega il presidente del CdA della società, Attilio Sommavilla. «Inoltre i tassi sono più bassi rispetto a quelli di un mutuo con una banca, perché gli Hydrobond sono garantiti dalla Bei. In buona sostanza, calerà l’incidenza in tariffa degli investimenti».
CACCIA AI NUOVI FONDI
L’operazione lanciata da Bim Gsp permetterà di mettere a terra nuovi cantieri per sisTemare la rete idrica provinciale, che ha una grave criticità: le condotte sono vecchie e le perdite ingenti.
È una priorità risolvere il problema, che investe soprattutto la Valbelluna. Attenzione però: i 10 milioni di euro raccolti con l’operazione Hydrobond 2022 sono una goccia nel mare. «Per sistemare tutta la rete servirebbero almeno 400 milioni di euro», continua Sommavilla. «È per questo che abbiamo già chiesto supporto ai sindaci. Servirà il contributo e l’impegno di tutti per reperire risorse. Non si potrà pensare di realizzare tutte le opere indispensabili per sistemare acquedotti e fognature con la sola tariffa, altrimenti fra qualche anno rischieremmo di raggiungere un livello di indebitamento della società che ci metterebbe nuovamente in difficoltà». Gsp si è già attivata per reperire fondi. Ha 21 milioni extra-tariffa grazie alla vendita delle quote Ascotrade, e ha presentato progetti a valere sul Pnrr per circa 40 milioni. «Ma non basta», aggiunge Sommavilla. «Abbiamo un piano di interventi approvato per 220 milioni, con lavori da effettuare in dodici anni. Questa è la cifra sostenibile con la tariffa. Ma ci servirà il sostegno dei sindaci, ci sono risorse del Fondo comuni confinanti che non vengono utilizzate, si ragioni anche su quelle per programmare tutti quegli interventi che negli anni scorsi sono stati sacrificati per risolvere le problematiche della società».
ACQUA SPRECATA
La priorità è risolvere le perdite di rete. «La situazione più critica è in Valbelluna, sull’asse Ponte nelle Alpi - Feltre», prosegue il presidente del CdA della società. «Oltre il 90 per cento delle condotte degli acquedotti ha oltre 40 anni. Inoltre proprio a causa delle perdite è necessaria una pressione più elevata nelle tubature, che però le usura in maniera più rapida. Stiamo anche predisponendo un progetto di modellazione idraulica che ci consentirà di conoscere con esattezza la conformazione della rete, per individuare più facilmente le perdite. Tutti interventi che ci aiuteranno a sistemare la rete idrica provinciale, che ne ha estremo bisogno». Gsp sta anche lavorando per potenziare la progettazione, perché avere le risorse ma non poterle spendere sarebbe un delitto. «Per i prossimi quattro anni abbiamo già pronti progetti per 50 milioni», conclude Sommavilla, «e nell’arco di un anno progetteremo interventi per almeno altri 20/30 milioni. Stiamo lavorando molto su questo fronte». —