Donazioni di sangue ok a Feltre: «Ma ora serve più plasma»
La primaria del Centro trasfusionale, Ersilia Barbone: «Il dato in calo crea problemi nella cura di diverse malattie»
FELTRE. La pandemia non ha fatto mancare il sangue. Anzi, grazie ai donatori del dipartimento provinciale e feltrini in particolare si sono potute sostenere più che in passato le realtà regionali che per diversi motivi si sono trovate in carenza. Quello che manca ancora, qui come altrove, è la donazione di plasma, emoderivato essenziale per curare malattie che in alcuni casi non hanno alternativa terapeutica. Da qui l’appello rivolto ai donatori di sesso maschile affinché la frequenza di donazione del plasma sia pari o superiore a due volte all’anno.
Di questo si è parlato all’ultima assemblea dei donatori di sangue di Feltre, coordinata da Saverio Marchet ora in scadenza di mandato. All’assemblea, dopo il “commiato” di Marchet che ha annunciato il rinnovo delle cariche per la prossima settimana, è intervenuta la primaria del centro trasfusionale di Feltre, Ersilia Barbone, per entrare nello specifico della preziosa attività dei donatori ex Ulss 2.
Ma l’uscente Marchet, nel sottolineare l’impegno manifestato dai volontari e nel ringraziare l’attivo gruppo giovani, preziosissimo anche dal punto di vista della sensibilizzazione, non ha sottaciuto alcune criticità fra cui l’attività di sensibilizzazione nelle scuole fino alla quarta superiore dato che «il vecchio team operante nel periodo pre-pandemia è stato sciolto».
IL BILANCIO
È stata Ersilia Barbone a chiosare sui dati di bilancio, bene le donazioni di sangue, più scarse quelle di plasma in linea con il trend nazionale. «Il bilancio del 2021 a Feltre è stato molto positivo per le donazioni, che hanno raggiunto 4187 unità, soprattutto grazie alle donazioni di sangue intero (3992), mentre le donazioni di plasma sono state inferiori agli anni precedenti (193), e il dato merita qualche riflessione», ha premesso la dirigente Barbone. «Infatti, anche a causa del calo delle donazioni di plasma, in atto purtroppo da diversi anni non solo a livello locale, è stata segnalata dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) una grave carenza di immunoglobuline, emoderivato essenziale per curare in diversi ambiti numerosissime malattie, che in alcuni casi non hanno alcuna alternativa terapeutica. Anche per tale motivo, la Regione Veneto ha dato indicazione a incrementare le donazioni di plasma, nella speranza di poter tornare in tempi brevi a livelli che garantiscano nuovamente la disponibilità in quantità adeguate di tale plasmaderivato salvavita, assieme agli altri indispensabili farmaci emoderivati come l’albumina».
Nonostante una frequenza annuale di donazione non elevata, si sono comunque raggiunti ottimi risultati, «che hanno anche permesso al nostro Dipartimento trasfusionale di cedere fuori Ulss ben 6518 unità di globuli rossi (oltre 1000 unità in più rispetto al programmato). Molta speranza per il futuro ci deriva inoltre dall’ottimo numero di aspiranti donatori (457 nel 2021, dato sovrapponibile al 2020) e di coloro che hanno effettuato la prima donazione, 319 nel 2021, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente».