Belluno, mancano pediatri in ospedale: arrivano supplenti da Salerno
L’Ulss Dolomiti sottoscrive una convenzione annuale da 140 mila euro: ogni specialista chiamato a coprire da uno a sei turni di 12 ore al mese
BELLUNO. Dopo la convezione con l’ospedale Santobono di Napoli e il Gaslini di Genova e dopo qualche società di pediatri, adesso è la volta dell’ospedale di Salerno.
Il problema della carenza di medici specialisti per bambini non è ancora stata risolta nell’Ulss 1 Dolomiti e si trascina ormai da diversi anni. A prendere per primo provvedimenti per cercare di tamponare questa situazione era stato l’allora direttore generale Adriano Rasi Caldogno che avviò la convenzione con le strutture ospedaliere di Napoli e Genova. Convenzioni che sono state portate avanti successivamente dall’attuale direttrice generale Maria Grazia Carraro ma che si sono rivelate insufficienti. A questo punto, quindi, l’azienda sanitaria è dovuta ricorrere ad un altro accordo. E questa volta ad essere chiamati a dare una mano sono i pediatri dell’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno che dovranno garantire la loro prestazioni nell’ospedale di Belluno per un anno.
Gli specialisti salernitani dovranno garantire da un minimo di uno ad un massimo di sei accessi mensili festivi (diurni e notturni) e feriali (solo notturni) della durata di 10-12 ore ciascuno. Per questo servizio l’Ulss 1 Dolomiti corrisponderà l’importo orario di 100 euro al netto delle trattenute del 5% che affluirà all’azienda ospedaliera salernitana. L’Ulss bellunese, inoltre, dovrà rimborsare le spese sostenute dai medici e dovrà garantire la copertura assicurativa del rischio infortuni, anche in itinere dei consulenti e i rischi connessi alle prestazioni.
Per questo scopo, l’azienda sanitaria dolomitica ha deciso di stanziare da maggio a dicembre di quest’anno 94 mila euro mentre per il 2023 46mila euro.
La convenzione tra l’Ulss 1 Dolomiti e l’azienda universitaria di Salegno dovrà disciplinare i limiti orari e massimo dell’impegno dei professionisti comprensivi anche dei tempi per il raggiungimento delle sedi di servizio che dovranno essere compatibili con l’articolazione dell’orario di lavoro e anche le modalità di svolgimento dell’attività.
Logicamente i pediatri salernitani opereranno al di fuori del loro orario di lavoro all’azienda universitaria di cui sono dipendenti.