Spedizione punitiva  contro un testimone: quattro verso il processo

foto da Quotidiani locali

Otto anni e nove mesi li ha già presi per droga al bar. Ma non è finita per Roberto Dal Borgo che, nell’ambito della stessa indagine della Procura di Belluno, deve rispondere, oltre che di calunnia, anche di essere il mandante di una sorta di spedizione punitiva nei confronti di un testimone. Ecco perché c’è la richiesta di rinvio a giudizio per violazione di domicilio e lesioni a carico di tre presunti collaboratori: si tratta di un italiano, un colombiano e un serbo. Non sono state ancora precisate le loro generalità.

Secondo Roberta Gallego, pubblico ministero titolare del fascicolo, Dal Borgo temeva che potessero esserci delle indagini a suo carico e nel dicembre 2020 avrebbe chiamato il 113, denunciando che un soggetto aveva posizionato cinque dosi di cocaina da un grammo ciascuna all’interno del suo bar , con lo scopo di metterlo nei guai con la stessa polizia. La droga è stata effettivamente trovata e sequestrata dagli agenti della volante, ma le successive indagini hanno permesso di stabilire che il testimone era del tutto estraneo a questo episodio e che l’intento di Dal Borgo era quello d’inquinare le prove. Contestualmente ci sarebbe stato questo pestaggio, dopo la violazione del domicilio.

Roberto Dal Borgo è stato arrestato nell’aprile dell’anno scorso con l’accusa di aver messo in piedi un’attività imprenditoriale basata sulla cocaina, con tanto di dipendenti stipendiati, a seconda dei loro compiti.

L’uomo è detenuto nel carcere torinese delle Vallette e per tutti i procedimenti penali che lo riguardano si sta collegando da remoto. Il suo difensore storico è l’avvocato Cesare Stradaioli, mentre i tre co-indagati sono difesi da Massimiliano Paniz, Valentina Mazzucco e Daniela Tonion. Il querelante, invece, si costituirà parte civile con Enrico Rech.