Ex stazione di Cortina, il comitato: «No alla svendita della proprietà di tutti»
Un invito ai consiglieri comunali di Cortina a votare «in scienza e coscienza» sull’approvazione della variante per il progetto di finanza della stazione: con una lettera inviata a tutti i consiglieri comunali – di maggioranza e minoranza – il Comitato Civico Cortina chiede un ripensamento sul voto cui essi saranno chiamati, giovedì 11 gennaio mattina in consiglio, nel momento in cui si faranno le controdeduzioni alle osservazioni alla variante urbanistica adottata il 6 ottobre riguardo la proposta di partenariato pubblico privato di riqualificazione dell’ex stazione ferroviaria di Cortina.
Si tratta di un progetto di finanza: un soggetto privato propone di ristrutturare in parte l’area dell’ex stazione in cambio di un incentivo che si presenta sotto forma di volumi commerciali e residenziali (compreso un albergo).
La lettera del Comitato
«Sentiamo il dovere di sensibilizzare coloro che rappresentano i cittadini di Cortina nel loro ruolo di pubblici amministratori affinché possiate intervenire e bloccare la privatizzazione di un’area centrale e strategica», scrive Marina Menardi, presidente dell’associazione di cittadini, «a prescindere dalle cifre sulle metrature e sui parcheggi, di cui siete sicuramente a conoscenza, il punto vero è che siamo di fronte alla più grande speculazione edilizia che mai si sia vista negli ultimi decenni a Cortina. Svendiamo un terreno che è proprietà di tutti, in primo luogo della comunità ampezzana. Si cede la proprietà del suolo pubblico per permettere la costruzione di nuovi volumi residenziali, commerciali e alberghieri, in cambio della ristrutturazione di alcuni edifici della stazione, e nemmeno tutti, che il Comune potrebbe tranquillamente eseguire in proprio, un po’ alla volta, come fece a suo tempo con l’edificio dell’ex Convertitrice (oggi sede di Skipass e Cortina Turismo, ndr)».
Un’operazione che è «inaccettabile», secondo l’opinione del Comitato Civico.
L’appello ai consiglieri
«Quale esempio diamo alle generazioni future se vendiamo la nostra proprietà collettiva, tra l’altro ad un prezzo palesemente sottovalutato e che sapete bene sia tale e che sarà comunque sottoposto a controllo contabile? Già per varie ragioni abbiamo perso l’80% della proprietà dei residenti: perché disfarsi anche dei terreni pubblici, tra l’altro di un Comune che è tra i più ricchi d’Italia? Con il vostro voto potete dire sì o no a questa svendita del nostro patrimonio: potete decidere se sacrificare quest’area consentendo di occuparla con seconde case, un albergo e ulteriori negozi, o se mantenere questo meraviglioso spazio aperto, non costruito, a disposizione della comunità tutta. Siate dunque liberi nella vostra scelta, non vi sono alibi: è vostra la responsabilità di questa operazione che ricadrà sui nostri figli; vostro sarà il nome e cognome sul voto favorevole o contrario e sulle conseguenze».
Con l’occasione il Comitato invita i cittadini «a presenziare numerosi alla seduta, dando un segnale di partecipazione attiva alle scelte che i nostri amministratori faranno in quella sede: sarà infatti un passo importante verso la svendita di una parte vitale del patrimonio comunale».
L’appuntamento è davanti al municipio giovedì alle 9. 15 per «fare sentire la nostra presenza».