Donna incinta minacciata con un coltello: ex marito a processo
«Vivo con tanta paura di lui». Drammatica testimonianza di una donna, che ha raccontato in tribunale di essere stata «minacciata con un coltello alla gola, quando ho detto a mio marito che ero rimasta incinta. Non voleva avere figli da me e mi ha invitato ad abortire, ma ho deciso di tenere la bambina». Questa e purtroppo anche altre ipotesi di reato sono emerse nelle indagini dei carabinieri, successive alla telefonata al 112 da un paese del Cadore per un’asserita aggressione sotto casa dell’11 agosto 2021.
Secondo una prima ricostruzione, era stata spinta a terra dal marito e derubata del cellulare. Si era rialzata e gridando aveva cercato d’inseguirlo, ma senza riuscire a raggiungerlo. Dove stava andando l’uomo? Alla caserma dei carabinieri di Pieve di Cadore, a presentare a sua volta una denuncia querela per lesioni: nella colluttazione sarebbe stato graffiato al petto e presentava anche una piccola lesione al labbro. Lui, invece, deve rispendere anche di atti persecutori tra i mesi di settembre e ottobre 2021 e furto del dispositivo, oltre che di minaccia aggravata.
È difeso da Valentina Mazzucco e sottoposto al divieto di avvicinamento, mentre lei si è affidata a Fausta Bonan e vive in una casa rifugio del centro antiviolenza di Belluno: «Ma temo che lui sappia dove sono, perché le voci corrono e una volta l’ho anche visto. Nel frattempo, ho anche perso il lavoro e mi è toccato chiedere aiuto agli amici, per tirare avanti, dopo che il 19 ottobre 2020 è nata la mia piccola. Non avevo più niente, dopo una gravidanza complicata. L’ha riconosciuta, però non ha mai fatto niente per lei, salvo cercare di vederla. Ci eravamo separati». Dovesse violare la misura in vigore, il giudice per le indagini preliminari la inasprirebbe e si passerebbe al carcere.
La deposizione come parte offesa, davanti al giudice Federico Montalto e al pubblico ministero Giada Modena è stata un racconto straziante e bagnato dalle lacrime, tanto che è stato necessario interromperlo. La donna ha spiegato di essere stata costretta a vivere chiusa in casa per paura d’incontrare l’ex coniuge. E quando usciva in macchina, se lo trovava da tutte le parti e si vedeva obbligata a parcheggiare chissà dove. Ci sarebbero stati appostamenti e inseguimenti, per cercare di tornare insieme.
Le querele sono incrociate e dovrebbe essere sentito anche l’uomo come parte offesa. La seconda udienza è in calendario il 26 febbraio.