Falcade, repellente contro il bostrico per mettere al sicuro il parco
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L’innovativa operazione di protezione degli abeti rossi è stata già testata in Friuli. L’amministrazione vuole garantire lunga vita agli alberi dell’area su cui investirà
Via la neve, Falcade si doterà, in primavera, di un Parco avventura che animerà la Piana. Tre percorsi, di albero in albero per i bambini; altrettanti per i giovani e gli adulti che intendono divertirsi. Si tratta di un investimento da ben 110 mila euro, garantito dal Fondo per i Comuni di confine, di cui 71.500 euro di soli lavori. Il cantiere riserva però una sorpresa, che è anche una novità: la necessità, cioè, di proteggere gli abeti rossi dal bostrico. «Prima che il bostrico si prenda gioco degli abeti rossi monumentali che valorizzeremo col nostro parco», mette le mani avanti il sindaco di Falcade, Mauro Salvaterra, «abbiamo deciso d’intraprendere una radicale azione di protezione, che non ci risulta sia mai stata sperimentata sulle nostre montagne».
Spingere e attirare
Di che cosa si tratta lo spiega Christian Donati, dottore forestale della ditta “Risolvo”, bergamasca. «Il nome della tecnico, “push and pull” (spingere e attirare, ndr), rende l’idea dell’operazione che stiamo promuovendo», specifica, «perché si tratta di respingere gli insetti dagli alberi, mediante repellenti naturali a base alcolica, e attirarli in apposite trappole di cattura attivate con ferormoni di aggregazione». La tecnica sperimentale è stata applicata per la prima volta in Friuli ad opera del dipartimento di Entomologia forestale dell’Università di Padova con il suo responsabile professor Massimo Faccoli.
Due tipi di intervento
Gli interventi sono di due tipi. «Il primo è un monitoraggio con delle semplici trappole di cattura per verificare lo sviluppo della popolazione del bostrico, che varia in funzione del tempo e delle temperature stagionali», spiega ancora Donati, «il secondo viene applicato in contesti specifici ad alto valore paesaggistico o economico, come ad esempio la Piana di Falcade». Ecco, appunto, il “push and pull” . Con dei repellenti, applicati direttamente sugli agli alberi a diverse altezze, gli insetti sono respinti per poi venire catturati in apposite cassette grazie a degli attrattivi specifici. In questo modo è possibile difendere piccole aree come quelle, appunto, dei parchi avventura o contesti sciistici in funzione delle prossime Olimpiadi invernali del 2026.
Prevenire, la parola d’ordine
Il bostrico è una maledizione che sta colpendo dall’Alto Agordino alla Val di Fassa. Chissà perché è stata fino ad oggi risparmiata – se non con qualche eccezione – la valle del Biois, in particolare la Piana di Falcade che è un unicum naturalistico. «Programmando il Parco avventura, che avrà una dimensione familiare, corrispondente alle esigenze del nostro turismo tradizionale, ci siamo subito posti il problema di salvaguardare anzitutto i presupposti del parco stesso, quindi il patrimonio forestale», fa sapere il sindaco. La testa della valle verso il passo San Pellegrino, fino a sfumare nelle limitrofe Val di Fassa e Val di Fiemme, è caratterizzata dal post Vaia da sempre più diffusi attacchi a macchia d’olio che progressivamente stanno stroncando le porzioni di pecceta coetanea. «Se da un lato sono in aumento le utilizzazioni forestali, dall’altro invece è doveroso registrare la mancanza di controllo e prevenzione che si attua con un attento controllo, segnalazione e pronto intervento sugli alberi infetti cercando però di creare delle linee di difesa atte a contenere la diffusione», afferma Donati.
Prima sperimentazione
Per la verità, già nella primavera dello scorso anno sono stati applicati i prodotti repellenti ad oltre duecento alberi di abete rosso, posando contestualmente alcune trappole di monitoraggio per verificare la consistenza dello sviluppo della popolazione stagionale del bostrico. L’idea del “push and pull” , condivisa anche con esperti canadesi di un’azienda di Vancouver (costa del Pacifico) è quella di spingere il bostrico lontano dagli abeti rossi, verso i quali è attratto per riprodursi, e attirarlo lontano verso una trappola. «I componenti usati nei repellenti sono prodotti semichimici», tiene a precisare il dottore forestale, «non si tratta di insetticidi, ma danno un messaggio: dicono al bostrico dove deve o non deve andare.
Risultati positivi
I risultati, per ora, sembrano positivi: nessun albero si è ammalato. Ma, come sottolinea ancora Donati, il clima è in continuo mutamento con estati asciutte, inverni miti e periodiche trombe d’aria: fattori che continuano ad alimentare la popolazione dell’insetto xilofago. Quindi, avanti con i trattamenti.