Progetto bocciato: i Comuni bellunesi perdono i ragazzi del Servizio civile

Il progetto dell’Unione montana feltrina per il Servizio civile universale finisce indietro in graduatoria e dunque senza risorse. Un colpo mortale a questo strumento, già messo in crisi negli ultimi anni dallo scarso interesse dei giovani ai quali è rivolto, e che adesso, salvo ribaltoni in extremis, è destinato a chiudere i battenti, almeno per quest’anno.

Il pacchetto di progetti presentato dall’Unione montana feltrina non ha convinto e senza le risorse per pagare gli stipendi ai ragazzi e alle ragazze che aderiscono diventa impossibile realizzarlo.

Stupiscono soprattutto i soli 75 punti assegnati dal Dipartimento della Regione che si è occupato di stendere la classifica. «Nel servirebbero 85», dice tra il deluso e il sorpreso il presidente dell’Unione montana feltrina, Carlo Zanella, che ha continuato a essere uno sponsor appassionato del Servizio civile, malgrado la flessione di questi ultimi anni. La pandemia sembra avere avuto un ruolo importante. Nel 2022 i giovani dai 18 ai 29 anni che avevano aderito erano stati 35, l’anno scorso solamente 18. E i posti a disposizione sarebbero 80.

Forse colpa della retribuzione di poco superiore ai 400 euro mensili, peraltro commisurato a un impegno di venti ore settimanali: «Difficile dare una spiegazione», aggiunge il presidente dell’Unione montana feltrina. «Mi sembra che il problema di trovare giovani disposti a mettersi in gioco per dodici mesi dedicandosi ad aiutare il proprio Comune, sia lo stesso che hanno gli imprenditori a coprire tutte le figure in azienda. Eppure un anno sabbatico per chi si è appena diplomato può essere un’opportunità, sia per arricchire il proprio bagagli personale, sia per prendere confidenza con la macchina dell’amministrazione pubblica trasformandola in un futuro professionale».

Tornando alla bocciatura dei progetti presentati dall’Unione montana feltrina, Zanella vuole vederci chiaro: «Dieci punti sotto il minimo previsto sono davvero tanti. Mi chiedo cosa sia successo, anche perché la qualità dei progetti presentati era più alta rispetto a quelli dell’anno scorso che avevano ricevuto il via libera. Tra l’altro ci siamo affidati a tecnici che hanno particolare competenza proprio su questo tipo di bandi e quindi la sorpresa è ancora maggiore.

Ho chiesto un approfondimento della questione attraverso una lettera inviata all’assessore Lanzarin per capire come mai i progetti pensati per la provincia di Belluno non siano stati valutati positivamente o meramente se c’è stato un errore nella compilazione della graduatoria». A dire il vero, l’Unione montana feltrina non è l’unica a essere rimasta scottata perché altri entri accreditati dalla Regione Veneto sono rimasti fuori.

In ballo ci sono i fondi che i Comuni hanno stanziato per le progettazioni, tra i tanti c’è anche Lamon. Qui il sindaco Loris Maccagnan esprime tutto il rammarico per l’occasione persa: «Da noi abbiamo sempre trovato giovani curiosi, interessati a vedere come funziona il proprio Comune, che rappresenta lo strumento più prezioso ed efficace per capire una comunità.

E poi davano un aiuto concreto, ad esempio nelle richieste di accesso agli atti, nel funzionamento della biblioteca. Davvero un peccato».