Dai locali del passo Giau i video per stanare Fleximan
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I carabinieri acquisiscono le immagini dal rifugio e dal ristorante. L’assessore di Colle Santa Lucia: al lavoro per riaccendere l’apparecchio
A caccia di targhe attraverso le telecamere del passo Giau.
I carabinieri della Compagnia di Cortina sono passati sia al rifugio del valico sulla strada provinciale 638 che al vicino ristorante da Aurelio per acquisire immagini utili all’identificazione del “Veloman” o “Fleximan” che, giusto una settimana fa, ha segato il palo dell’autovelox – probabilmente con un flessibile – facendolo cadere sulla neve.
Tornerà il velox
Il Comune di Colle Santa Lucia – che nel 2020 ha stabilito il record di contravvenzioni e incassi con quel misuratore di velocità, mettendo insieme oltre un milione di euro – è già al lavoro per ripristinarlo nel più breve tempo possibile.
Ne va della sicurezza di automobilisti, motociclisti e autotrasportatori, che frequentano il Giau in tutti i periodi dell’anno.
«Le indagini sono ancora in corso», sottolinea l’assessore Maurizio Troi, «sappiamo che gli investigatori stanno visionando i filmati girati il 16 gennaio scorso, per verificare se ci siano delle targhe leggibili e magari confrontarle con quelle viste nelle altre località del Veneto colpite da questo genere di danneggiamento. Non sappiamo ancora se la mano sia unica oppure ce ne siano di più, ad ogni modo gli accertamenti proseguono».
L’amministrazione comunale è in azione per rimettere in piedi il velox e ne fa una questione di principio, non certo di cassa: «Ne parleremo già nel corso di questa settimana, coinvolgendo il nostro ufficio tecnico. L’obiettivo è sempre quello di ripristinarlo nel più breve tempo possibile, in fondo si tratta di mettere in piedi un palo, in quanto il dispositivo ce l’abbiamo sotto forma di noleggio. Non dovrebbe volerci molto tempo, anche se per il momento non siamo in grado di quantificare con precisione i giorni necessari».
Un impianto di videosorveglianza
Annunciato anche un impianto di videosorveglianza comunale sul passo: «Siamo convinti che, sempre in chiave sicurezza, non sia sufficiente l’autovelox, ma ci vogliano anche delle telecamere in grado di documentare non solo eccessi di velocità, ma anche di maleducazione. Il Giau è uno dei passi in assoluto più suggestivi delle Dolomiti e, per questo, è molto frequentato».
Soprattutto d’estate capita di assistere al fenomeno del parcheggio selvaggio. «Non ci sono molti posti auto lassù e purtroppo c’è chi posteggia dappertutto, danneggiando gli altri automobilisti o gli escursionisti di passaggio», sottolinea l’assessore.
«Per il resto, ci piacerebbe che molti motociclisti non scambiassero i tornanti per un circuito e limitassero quanto più possibile la velocità. Ci sono gruppi, soprattutto di stranieri, che sfrecciano a velocità impensabili e magari si riprendono con le telecamerine montate sui caschi e poi scaricano tutto sui social network o su youtube».
C’è tanta gente che ha festeggiato su Facebook per l’abbattimento di località Piezza, rischiando di finire indagato per apologia di reato.
Cosa dire a chi pensa che il Comune voglia solo monetizzare, tenuto conto del fatto che nel 2020 c’è stato un incasso di 3.500 euro per ciascuno dei 350 abitanti? «Siamo diventati famosi. Noi abbiamo la certezza di essere mossi dalla volontà di garantire la sicurezza», conclude Troi, «basterebbe rispettare il limite di velocità di 50 orari. Non è impossibile, su una strada di montagna».
La telecamera di “Aurelio” potrebbe essere decisiva: «Sono a 300 metri dal velox e l’occhio elettronico inquadra la strada», spiega lo chef Luigi Dariz, «vedremo».
E in Lombardia
Fleximan o un suo discepolo ha colpito anche in Lombardia.
In provincia di Bergamo, è stato tagliato il palo dell’autovelox fisso sulla statale 42 ad Albano Sant'Alessandro. L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato 20 e domenica 21 gennaio e alle 5 di mattina gli automobilisti si sono accorti del palo finito nella scarpata a lato della strada, dove il limite è 90 orari.
Non è stato toccato l’apparecchio gemello, sull'altro lato della strade. Sono una decina i dispositivi danneggiati in Veneto, sui quali si indaga.