Belluno Volley trascinato dal pubblico. Ferrato: «È l’arma in più»
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foto da Quotidiani locali
Colpo di bianchetto. Come cancellare il netto rovescio di Mirandola? Trafiggendo 3-0 il San Donà vice capolista nel derby veneto. Un successo che la società ha dedicato ieri all’amico Giovanni Palma, scomparso domenica. Gestica l’Hosteria Zater di Codissago ed era stato nel giro della pallavolo per anni.
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Era difficile immaginare una soluzione più efficace per porre nel dimenticatoio la sconfitta rimediata sette giorni prima in terra emiliana. Un ko in grado di innescare la solita sequela di dubbi riguardanti le reali potenzialità del Belluno Volley.
Lo stesso presidente Sandro Da Rold aveva sospeso ogni giudizio sino alla disputa della sfida tutta veneta, trovando conforto nella notevole prestazione offerta domenica sera ai 720 spettatori della Spes Arena.
Rimane diffusa la cautela, restando ben fissata in mente la mole di alti e bassi avvenuti in questi mesi di campionato. Però il Belluno, in giornata giusta, ha la forza di giocarsela con tutti, compreso chi come il San Donà era scivolato appena due volte sino alla trasferta in quel di Lambioi.
Il turno di riposo previsto nel fine settimana consentirà a coach Gian Luca Colussi e al proprio staff di preparare al massimo la trasferta a Salsomaggiore del 4 febbraio.
Un’altra emiliana, stavolta ultima in classifica e ormai staccata dal treno salvezza. Nessuno però può anche solo lontanamente permettersi di prendere sottogamba l’impegno, memore per esempio di quanto già accaduto a Garlasco o appunto Mirandola.
Intanto prosegue bene l’inserimento del palleggiatore Leonardo Ferrato, ormai da un mese in forza ai rinoceronti.
Perdere con la terz’ultima e battere la penultima nel giro di 7 giorni. Difficile spiegarsi le metamorfosi di questo Belluno.
«La verità è che probabilmente abbiamo sottovalutato Mirandola, dimenticando inoltre di adattare al nostro sistema di gioco a una partita sviluppatasi in modo diverso rispetto a quanto preparato. Al contrario, quasi è avvenuta la sopravvalutazione di San Donà e ciò ha spinto ognuno di noi a innestare la proverbiale marcia aggiuntiva. Inoltre il fattore campo incide: in trasferta fatichiamo di più, è innegabile, mentre da noi il pubblico aiuta alla grande».
Serve la via di mezzo, dunque?
«Io sono parte di un gruppo dall’età media piuttosto bassa. Necessitiamo di continuare a crescere per quanto riguarda il comprendere di volta in volta le esigenze del match. Sono passaggi che si perfezionano con l’esperienza. Inoltre serve più equilibrio sul piano emotivo, senza abbatterci troppo nei momenti negativi».
Quanto servivano i tre punti?
«Tanto, davvero: occorreva reagire e ci siamo riusciti. Come giusto che sia, la società pretende da noi determinati risultati e se intendi allentare la pressione, non esiste miglior modo di una vittoria».
Strappare la qualificazione playoff e posizionarsi al meglio nel tabellone. È questo ciò a cui ambite?
«Arrivare primi e partecipare allo spareggio promozione non è più fattibile. Di conseguenza ragioniamo sul mettere in classifica più punti possibili in vista di aprile, oltre al miglioramento generale».
A livello personale, a che punto è l’adattamento a un ruolo così delicato?
«Innanzitutto da subito gli altri giocatori mi hanno accolto alla grande, nonostante arrivassi al posto di un loro compagno. Ho colto di essere ben voluto sin da subito. Dopo di che ogni allenamento, ma soprattutto ogni partita, aumenta il feeling con i compagni e sul piano tecnico comprendi a chi e quando dare il pallone e così via».