Calcio. Il Cavarzano difende l’allenatore. «Andiamo avanti con Ferro»
Le riflessioni sono tante, ma la certezza è una: Alessandro Ferro rimane alla guida del Cavarzano. Il club fa quadrato attorno all’allenatore, ribadendo quanto già era emerso tramite le parole del direttore sportivo Carlo Cassol nonostante il 5-1 incassato a San Donà.
A rafforzare il concetto all’indomani del decimo ko stagionale in 19 giornate è il vicepresidente con delega alla prima squadra, Roberto Di Tommaso. Certo abbondano le preoccupazioni, considerando che dei 21 punti messi assieme sinora dai bellunesi ben 9 risalgono al lontano mese di settembre. In un certo senso battere il Favaro lo scorso mercoledì nel recupero ha evitato drammi anticipati, però domenica al Polisportivo nello scontro diretto con il Liapiave - trevigiani con tre lunghezze di vantaggio - urge un solo risultato.
Soprattutto alla luce del successivo trittico di impegni: Calvi Noale, Giorgione e Conegliano, ossia tre delle attuali prime quattro.
«So quali sono i protocolli standard del calcio», ammette Di Tommaso, in riferimento all’inevitabile domanda riguardante la solidità o meno della panchina giallorossa. «Se le cose non funzionano, di solito si provvede a cambiare l’allenatore. Tuttavia, è altrettanto vero che un club deve cercare di difendere il proprio staff tecnico e i propri giocatori, specie in una fase di difficoltà. Degli errori li abbiamo commessi tutti quanti, ritengo sia innegabile, eppure adesso è prioritaria la compattezza. A proposito invece del risultato dell’altro giorno, ha assunto contorni quasi eccessivi. Purtroppo ha condizionato l’ennesimo gol incassato in avvio di frazione».
Il margine rispetto alle ultime due posizioni è piuttosto rassicurante, visto che Caorle e Favaro sono rispettivamente a -9 e -7. Tuttavia sono altri numeri a preoccupare. Una vittoria nelle recenti sette giornate e terz’ultimo posto nelle classifiche dei gol realizzati e incassati.
Senza contare il pessimo rendimento esterno, compensato in parte dai risultati interni che sono in linea con un percorso salvezza. Battere il Liapiave è fondamentale, essendo a oggi i trevigiani la prima delle formazioni salve direttamente.
«Degli aggiustamenti interni li dobbiamo apportare, ma ma non stiamo parlando di nulla di clamoroso. Non nego tra di noi siano avvenuti numerosi incontri nell’ultimo periodo, ma è comunque sempre emersa la volontà di procedere lungo la strada intrapresa in estate. Io provengo dal mondo aziendale e quando subentrano difficoltà è utile compattarsi, non sciogliersi. Altro discorso è l’obbligo di lavorare sugli errori. Noi come club dobbiamo sistemare alcuni tasselli, mentre in campo va posto rimedio per esempio ai gol spesso identici che incassiamo. Ma lo faremo assieme».
Chiusura con ammissione.
«Contro il Liapiave è una partita più importante di quella giocata con il Favaro…».