Pericolo valanghe: fuoripista da evitare almeno fino a lunedì 12 sulle Dolomiti
Oggi, domenica 11 febbraio, il pericolo valanghe si alza dal secondo livello di allarme al terzo. Il Centro funzionale decentrato della Protezione civile ha infatti dichiarato la fase operativa di “attenzione”.
L’alert valanghe
L’alert è scattato sabato 10 alle 18 in considerazione della situazione nivometeorologica. «Sconsigliamo uscite in quota, di scialpinismo o fuoripista», è l’ammonimento che arriva da Alex Barattin, delegato provinciale del Soccorso alpino. «Aspettiamo magari fino a domani, meglio ancora all’ultimo giorno di carnevale, quando anche l’ultima neve in arrivo si sarà assestata».
Per oggi, infatti, l’Arpav segnala che il pericolo di valanghe diventerà marcato per la possibilità di distacchi di neve umida lungo i canaloni e i versanti abituali. Le valanghe – informa preventivamente sempre l’Arpav - generalmente non saranno di grandi dimensioni ma potranno essere frequenti e con buon sviluppo di scorrimento. Come dire che basta un niente, un passaggio improprio, per provocarle.
Le nevicate
Ieri e venerdì 9 febbraio è nevicato ed altri 15, in alcuni casi 25 centimetri di coltre bianca vengono dati per probabili dall’Arpav.
Le Prealpi sono state le più beneficiate: 20 centimetri in Val Salatis, sopra la conca dell’Alpago, ma 24 sono caduti anche ai 1735 metri di malga Losch, sopra Frassenè. Altri 20 sul Col dei Baldi, alle spalle del Civetta. Poca roba, invece, a Cortina, come pure in Comelico o in area Fodom. 10 cm solo alle Tre Cime di Lavaredo, altrove pochi fiocchi. Solo 2 centimetri ad Arabba.
Attenzione, comunque, dove non nevica, ovviamente piove, specie sotto i 1500 metri. Il limite, per la verità, è stato molto variabile e, con un clima generalmente umido – avverte l’Arpav -, la neve si è riscaldata fino in profondità.
Distacchi di neve
Oggi il pericolo di valanghe è in generale 3-marcato. Ieri si sono verificati distacchi spontanei di neve umida lungo i pendii e i versanti ripidi alla base delle rocce, in tutte le esposizioni, specie nella fascia altimetrica fra i 1800 e i 2200 metri di quota. E in quota la nevicata è stata accompagnata dal vento con formazione di nuovi accumuli.
Le previsioni indicano ancora 10-25 centimetri di neve fresca a 2000 metri nelle Dolomiti e pioggia fino almeno a 1500 metri nelle Prealpi.
«Le condizioni per escursioni sulla neve sono difficili anche per le temporanee condizioni di scarsa visibilità», allerta Barattin. «Il meteo viene dato in continua evoluzione. In quota, fra l’altro, c’è ancora molta umidità. Meglio, dunque, starsene a casa ancora per qualche ora ed eventualmente domani fare l’uscita ma con molta circospezione. Si consiglia di essere accompagnati da professionisti della montagna. E, in ogni caso, è saggio consultare i bollettini prima di partire ma è ancora più utile, quando si è sul posto, verificare puntualmente quali sono le condizioni della neve a terra».
Pronti per le emergenze
Barattin raccomanda di avere al seguito e attive le attrezzature da autosoccorso (Artva, pala e sonda). «Sì, ma non basta, bisogna anche saperle utilizzare: vengono organizzate numerose iniziative a questo scopo dal Cai, dal Cnsas, dalle Guide Alpine, l’invito è a prendervi parte, ed è rivolto soprattutto a coloro che non sono abituati ad andare in montagna».
In caso di emergenza, è indispensabile il telefonino, ma bisogna prestare la massima attenzione alla batteria. «Naturalmente è consigliabile disattivare bluetooth e Wi-Fi. Inoltre, quando notiamo un calo importante del livello della batteria, è opportuno disattivare le reti 4 e 5 G, riattivandole solo per la geolocalizzazione. Determinante, poi, è la collocazione del telefono, che va tenuto nello strato più interno del nostro abbigliamento».