Dietro l’oro di Vittozzi uno skiman bellunese. D’Incau: «Provato ben otto paia di sci»
L’oro di Lisa. L’oro di Luca e di Orazio. Dietro il trionfo iridato della ragazza di Sappada, che martedì sera si è laureata campionessa mondiale dell’Individuale, suo primo titolo… individuale, c’è anche il tanto lavoro dello staff azzurro.
Un gruppo al cui interno sono elementi portanti da tempo anche due tecnici bellunesi: Orazio De Martin, fisioterapista, e Luca D’Incau, tecnico dei materiali.
«È il primo titolo individuale di Lisa ma è anche il mio primo», sorride il sovramontino che ha all’attivo un’infinità di campionati del mondo e quattro Olimpiadi (Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014, Pyeongchang 2018 e Pechino 2022). «Il primo oro iridato che ho conquistato è stato quello di Sapporo 2007, quello vinto dall’atleta che seguivo allora, “Zorro” Zorzi, che trionfò nella team sprint insieme a Renato Pasini. Martedì sera è arrivato l’oro di Lisa, un oro splendido che Lisa meritava e che l’ha ripagata del tanto lavoro fatto e che ha ripagato anche noi tecnici».
«Al pomeriggio abbiamo provato e riprovato otto paia di sci», prosegue D’Incau che lavora con la campionessa di Sappada dall’inizio della scorsa stagione. «La scelta non è stata facile perché la neve, bagnatissima nelle giornate e nelle ore precedenti, continuava a raffreddarsi. Alla fine, io e il tester di Salomon (l’azienda che fornisce gli sci a Lisa, ndr) abbiamo selezionato due paia e quindi scelto quello definitivo, dicendoci: o la va o la spacca. È andata, altro che se è andata. Devo ringraziare tutti i mici colleghi che mi hanno permesso, per tutto il pomeriggio, di testare esclusivamente il materiale per Lisa».
«Lavorare con le condizioni di neve che ci sono qui a Nove Mesto non è semplice, tanto più ora che l’Ibu, come la Fis, ha imposto il no-fluoro (all’inizio di questa stagione le federazioni internazionali dello sci e del biathlon hanno vietato l’utilizzo di scioline e cere fluorurate, sostanzialmente i prodotti cardine nel trattamento dei materiali pre-gara, ndr)», prosegue il tecnico sovramontino. «Ma martedì è andato tutto alla perfezione».
D’Incau racconta di come Lisa venerdì sera fosse amareggiata dopo il settimo posto della sprint, prima gara del programma iridato, con quattro francesi ai primi quattro posti, e di come lunedì sera, invece, fosse … arrabbiata.
«Arrabbiata perché nella consueta partita serale a carte, io e Giorgio Di Centa (l’olimpionico di Paluzza ora lavora come skiman nello staff azzurro del biathlon, ndr) avevamo battuto lei e Arturo Epis, il nostro cuoco. Visto come le cose sono andate il giorno dopo, ben venga l’arrabbiatura!».
«Il Mondiale è partito in condizioni difficili e la prima gara non è andata come si voleva, però già dalla sprint le cose sono cambiate», dice Orazio De Martin. «L’argento conquistato nel pursuit ha rasserenato Lisa e tutto lo staff, rendendo più semplice l’approccio all’Individuale. Un’Individuale che è stata qualcosa di emozionante, per tutti. Finalmente Lisa è riuscita a conquistare la medaglia d’oro dopo che in passato si era messo al collo un argento e un bronzo nello stesso format. È stato bello, bellissimo per tutti. Gli skimen hanno fatto un lavoro grandioso».