A Longarone undici posti letto per operatori sanitari in tre edifici del Comune
Manca personale sanitario per garantire le attività ospedaliere e quelle assistenziali nelle residenze per anziani? La causa non è esclusivamente quella salariale, ma tante volte è l’impossibilità di trovare alloggio da parte degli operatori interessati.
Ebbene, il Comune di Longarone ha deciso di rinunciare alla vendita di tre appartamenti, già considerati nel piano delle alienazioni, per cederli in concessione all’Azienda speciale Longarone Zoldo che gestisce il Centro Servizi Barzan. Gli alloggi si trovano ad Igne: disponibili ben 11 posti letto. L’Azienda Speciale ha provveduto ad arredarli, contando sulla collaborazione solidale di Veneta Cucine.
«Con questo intreccio di esperienza cooperativa riusciremo a garantire al Centro Servizi la più completa disponibilità di accoglienza, che verrebbe altrimenti compromessa dalla carenza di personale», afferma il sindaco Padrin. Si tratta di un modus operandi innovativo, da parte di un ente locale proiettato nel contrasto allo spopolamento che si sa causato anche da carenza di servizi; i più necessari sono appunto quelli assistenziali e sanitari.
«Mi risulta che non siamo un unicum, ma che altri colleghi sindaci stanno studiando di mettere a disposizione il patrimonio residenziale dei Comuni, là dove esiste, con questa funzione sociale».
Il piano delle alienazioni 2024 conta ben 38 beni immobili o aree. Si tratta, ad esempio, della ex scuola elementare di Dogna, di quella di Codissago (sempre ex), delle case del Corriere della Sera in via Mazzini, dell’ex ambulatorio e dell’ex ufficio posta, di 4 lotti di terreno ad Igne (lottizzazione TavelleI). E ancora, verranno venduti l’ex scuola materna di Provagna, il sedime della centrale telefonica di Longarone, una serie di reliquati stradali in via Protti, l’area comunale in via Ciglieri, altri reliquati stradali a Villanova e a Provagna, alcune aree industriali distribuite in via Roma, via Rivalta, a Igne, in via Bagni di Lucca, in via Celotta, a Malcom, Codissago, Longarone.
«In alcuni casi si tratta di immobili ricevuti al tempo delle donazioni post Vajont e che sono stati rigenerati una prima volta, per poi essere appunto alienati. Lo si fa», spiega Padrin, « perché magari le spese di gestione oggi sono proibitive per le casse municipali».
Il piano di alienazioni, che ha un traguardo temporale necessariamente non breve, tiene conto del prossimo affievolirsi dei fondi fusione tra Comuni. A breve partirà anche il progetto di riqualificazione dell’edificio ex Poste, dove saranno realizzati, tra l’altro, dei bagni pubblici e dove sarà ricavato un belvedere sulla diga del Vajont.
«Questo ed altri interventi», anticipa Padrin, « mirano a creare i presupposti per l’attrattività di Longarone, città dove tanti vorrebbero venire ad abitare, trovando anche l’opportunità di lavoro nelle nostre aziende, oltre che potendo contare su tutti i servizi indispensabili. Il problema è che purtroppo mancano alloggi e come Amministrazione siamo pertanto coinvolti in una puntuale ricerca di opportunità a tale livello».