Unione montana all’impasse: a Borca la raccolta dei rifiuti è a rischio
La società Valpe Ambiente non si assume la responsabilità di una “interruzione di servizio pubblico”, quindi continuerà a raccogliere i rifiuti in Val Boite; ma sconta gravi problemi per l’impasse della Unione montana. La discarica ad Acquabona è di proprietà dell’Ente.
Bene, dall’anno scorso – come racconta il presidente Marco Dall’O’ – non vengono pagate le spettanze; i soldi ci sono, non è quello il problema; ma non c’è chi firma l’accreditamento.
C’era la necessità di realizzare una rampa di accesso all’area in cui i camion sversano, perché quella esistente risultava insufficiente, e Valpe di fatto ha dovuto arrangiarsi. Si è dimesso il direttore dell’impianto e l’Unione montana non ha ancora provveduto a sostituirlo.
«Si pone l’urgente necessità di risolvere questi problemi», ammette Dall’O’, «altrimenti ne potrebbe risentire il servizio. Anche se non è da noi interrompere un servizio di pubblica utilità».
Ma questo è solo uno dei tanti problemi creati dall’impasse dell’Unione montana, dove l’autunno scorso si è dimesso l’intero vertice. Fanno parte dell’Um i Comuni di Borca, Vodo, Valle, Cibiana, San Vito; e Cortina ha deciso di aggiungersi, ma attende gli sviluppi. Una risposta è attesa da Venezia, cioè dalla Regione, in particolare dagli uffici dell’assessore Francesco Calzavara. Una prima info ricevuta dai sindaci è che Palazzo Balbi non può procedere al commissariamento, come a suo tempo era stato ipotizzato.
E tanto meno quest’atto può farlo la prefettura, perché non ha competenza su questi enti. Da parte di Calzavara e dei suoi collaboratori si cerca, dunque, una soluzione alternativa che passi, magari, per il ri-insediamento dei sindaci che a suo tempo si sono dimessi. Ma ha un senso farlo a meno di tre mesi dalle elezioni? Ecco, dunque, che l’orientamento – emerso anche in riva al Canal Grande – è quello di attendere il 9 giugno, quando – si badi – anche il Comune di San Vito disporrà di un nuovo sindaco e non più di un commissario prefettizio.
Nel frattempo chi potrà esercitarsi il diritto di firma? Ecco il punto più delicato. Si sa che dall’Unione montana e dalla Regione si è verificata la disponibilità di un funzionario cercandolo presso i Comuni della Provincia. Si erano fatti avanti dei “volontari”, che però hanno fatto rientrare la loro disponibilità nel momento in cui hanno individuato tutta una serie di problemi.
Intanto, sempre a Venezia, starebbe maturando un’idea addirittura più risolutiva: fondere le Comunità montane, almeno le due del Cadore, se non addirittura anche quella del Comelico.
«Non è un’ipotesi da archiviare. Va riposta nel cassetto fino a che non disporremo delle Province elettive, che potranno farsi carico di tanti servizi svolti dalle stesse Comunità», interviene con una riflessione l’assessore regionale Giampaolo Bottacin, «ma a quel punto l’intero sistema di governance andrebbe modificato, aggiornato».
Intanto a Borca resta il tema della discarica, la cui gestione assume la dimensione della criticità. Come anticipa il presidente Dall’O’, Valpe sta per far recapitare ai sindaci interessati una specifica informativa, che solleciterà anche puntuali interventi. La discarica ha 2 anni e mezzo di vita, quindi dovrebbe concludersi per le Olimpiadi. Dopo scatterà il delicato tema della copertura. Resterà prato, ritornerà bosco, oppure, come qualcuno suggerisce, potrebbe addirittura diventare un parco fotovoltaico? Questione di rispetto ambientale.