Incendio alla Vena d’Oro a Belluno, escluso il dolo. La Procura indaga contro ignoti
foto da Quotidiani locali
Il fuoco è arrivato dall’interno, non dall’esterno. Sarebbe già esclusa l’ipotesi del dolo per il devastante incendio che, nella notte tra giovedì e venerdì, ha distrutto il capannone di oltre duemila metri quadrati che ospitava Serafina Boito carni e Ki.Ro autotrasporti.
C’è una telecamera che inquadra il piazzale davanti alla vecchia sede della Vena d’Oro, mentre non risulta ci fossero degli occhi elettronici dentro la Boito, di conseguenza non sarà possibile vedere in differita cosa possa aver innescato il rogo.
La Procura ha aperto un fascicolo per incendio contro ignoti, sulla base dei primi rilievi dei carabinieri e soprattutto dei vigili del fuoco del Comando di Belluno. L’area è inagibile e la cancellata è assicurata da una fettuccia biancorossa, ma non è stata posta sotto sequestro, almeno per il momento.
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Il lavoro dei pompieri è stato interrotto alle 18 di venerdì: non saranno loro, ma una ditta esterna a pensare alla bonifica del sito, a cominciare dalla rimozione del tetto metallico collassato sul pavimento. Solo quando sarà ultimata, potranno cominciare le indagini sulle cause.
Nella maggior parte dei casi, si pensa a un corto circuito o, comunque, a un guasto all’impianto elettrico, che dev’essersi per forza verificato dopo le 19, quando i dipendenti della Boito hanno terminato il loro turno.
L’allarme è scattato alle 23, quando i vicini di lavoro della Ki.Ro hanno sentito le pareti scricchiolare e sono usciti per rendersi conto di quello che stava succedendo. L’ala sinistra della struttura stava bruciando con tutto il suo contenuto di carni, insaccati, celle frigorifero e imballaggi che hanno lavorato come combustibile. Il tempo di mettersi in salvo e stava bruciando tutto. I camion dell’azienda di autotrasporti di surgelati sono ancora all’interno della recinzione. Salvo il bosco e la vecchia colonia, che da anni funziona come comunità.
Presto anche per fare una prima stima attendibile dei danni. Ma saranno senz’altro centinaia di migliaia di euro. Ieri il titolare Paolo Boito non era ancora in grado di farla, anzi preferiva non parlare proprio dell’accaduto, il che è perfettamente comprensibile.
In poche ore, ha perso tutto quello che aveva costruito in una vita di lavoro e sacrifici e l’incendio ha provocato danni probabilmente irreparabili anche all’azienda accanto. Il perito dell’assicurazione è già stato alla Vena d’Oro per un primo sopralluogo, chiaro che il bilancio si aggraverebbe se non fosse stata aperta una pratica per la prevenzione antincendio, dopo il cambiamento di destinazione d’uso.
I tempi non saranno brevi e ci sono dei dipendenti rimasti senza lavoro che andranno messi in cassa integrazione o ricollocati.