Con gli Spingitori inaffidabili anche i disabili alle pedonate

Gambe, muscoli e polmoni a disposizione di chi non può correre. Tra i tanti esempi virtuosi di volontariato che animano il territorio bellunese ce n’è uno dedicato a tutti quei ragazzi costretti su una carrozzina che amano l’aria aperta e desiderano partecipare a gare e passeggiate in compagnia. Il nome di questo gruppo di persone che ha deciso di dedicare il proprio tempo e le proprie energie al benessere degli altri è “Spingitori inaffidabili”. Ma non fatevi ingannare dal nome, perché di “inaffidabile” qui non c’è proprio nulla, anzi: la priorità è sempre e solo la sicurezza e il benessere dei ragazzi e tutto viene fatto rispettando le regole e le normative vigenti.

Come nascono gli “Spingitori inaffidabili”?

«La nostra associazione è stata fondata ufficialmente il 2 gennaio 2020, ma già da prima, tra amici, era nata l’idea di accompagnare i ragazzi in carrozzina alle gare. Poi piano piano siamo cresciuti fino al riconoscimento ufficiale da parte della Regione», spiega Lorenzo Capizzi, presidente dell’associazione, «personalmente sono vent’anni che spingo le carrozzine, ma per farlo, prima, andavo a Conegliano, dove esiste l’associazione “Gli amici di Diego”, una realtà più grande di noi, che offre questo servizio già da diverso tempo».

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Da lì l’idea di portare anche a Belluno questa esperienza, ora su quanti volontari potete contare?

«Siamo un’ottantina di associati, tra chi viene a spingere e chi semplicemente crede nell’idea e nel progetto che stiamo portando avanti e ha deciso di sostenerci».

E quanti ragazzi state aiutando?

«Abbiamo nove carrozzine e un non vedente. Li portiamo regolarmente ad eventi di diverso tipo: dalla gara paesana alla passeggiata. Con il nostro gruppo partecipiamo a varie manifestazioni, sia in provincia che fuori. Ogni anno, ad esempio siamo alla 24 ore di San Martino e alla Belluno-Feltre. Domenica (ogg, ndr), ad esempio, saremo a “Il vento tra i capelli”. Inoltre, con l’ora legale, riprenderemo le nostre camminate del giovedì sera, che consistono in una passeggiata di circa un’oretta, seguita dal nostro “terzo tempo” in stile rugby, così uniamo all’attività all’aperto anche un bel momento conviviale».

Immagino che il riscontro da parte dei ragazzi non possa che essere positivo…

«Positivissimo. Quando vediamo che si divertono e che ci sorridono, ci rendiamo conto che non c’è fatica che tenga, perché abbiamo raggiunto il nostro risultato. Alcuni ragazzi hanno le carrozzine autonome, altri li portano i genitori e altri ancora li accompagniamo noi, l’importante è creare un gruppo compatto ed è per questo che ci presentiamo sempre con look molto riconoscibili, con tanto di parrucche, fischietti e abiti colorati, perché lo scopo è uno e uno solo: far divertire i ragazzi».

Utilizzate delle carrozzine particolari per queste corse?

«Sì, la base è una normale carrozzina, ma a questa viene agganciata un’appendice con un ruotino per poter correre in sicurezza, anche su strade bianche o dissestate. Si tratta di dispositivi certificati e anche molto costosi che ci fornisce un’azienda di Padova specializzata in disabilità».

E arriviamo alla nota dolente, come riuscite a sostenere queste spese?

«Non è facile reperire le risorse, specialmente dopo la riforma del Terzo settore, che ha complicato la vita alle associazioni più piccole con nuove spese. Diciamo che finora ci siamo sempre autotassati per raccogliere i fondi necessari per la nostra attrezzatura (che tra l’altro si danneggia abbastanza facilmente essendo usata spesso su terreni accidentati), ma abbiamo anche trovato l’appoggio di qualche azienda che ha creduto nel nostro progetto».

Con più sostegno potreste aiutare ancora più ragazzi?

«Certamente, abbiamo una piccola lista d’attesa di ragazzi che vorrebbero partecipare, ma non vogliamo pesare sulle famiglie e non chiediamo soldi a loro».

E se qualcuno volesse diventare un vostro volontario?

«Può seguirci sui social, cercando “Spingitori inaffidabili”, oppure può chiamare direttamente me al 347 1056477. Noi siamo già un gruppo di 35-40 “spingitori”, ma siamo sempre alla ricerca di braccia e gambe volenterose di fare del bene. Anche una semplice iscrizione ci aiuta, quindi chiunque è il benvenuto».

Un’ultima curiosità: ascoltando la vostra storia tutto si potrebbe pensare, tranne al fatto che siate inaffidabili, allora da dove nasce il vostro nome?

«La storia di questo nome è l’essenza stessa della nostra associazione. Al termine di una gara fatta a Belluno, dovevamo essere premiati come gruppo più numeroso, ma facendo freddo e non sapendo di dover ricevere il premio, abbiamo pensato prima di tutto a portare al caldo i nostri ragazzi. Lo speaker dal palco ci ha chiamati un certo numero di volte, concludendo con un “questi spingitori sono proprio inaffidabili!”. Da lì abbiamo capito che doveva diventare il nostro nome».