Artigiano con un braccio solo dopo l’incidente: la nuova vita di Nicola Pradel
Dimostra che l’intelligenza artigianale è una strada che si può percorrere con testa, cuore e gambe. E che non servono due braccia se una manca ma l’altra è istruita e allenata alla manualità fine: Nicola Pradel, fondatore di Np Graphics di Lamon che ha esportato anche a Belluno per venire incontro alle esigenze dei clienti di quel versante montano, oltre a marketing e grafica di cui è grande esperto, adesso dopo cento ore di formazione con Confartigianato e tanta volontà, è diventato maestro artigiano.
Insegnerà a dare forma lignea a prototipi, nati dalla fantasia o trasposti dalla carta informatica al tavolo da falegname, portando la sua esperienza imprenditoriale nell’oggettistica e in altri brand che servono a promuovere le aziende in un ambiente turistico. Lui che si definisce “artigiano per fato”, perché nel 2012 il destino lo ha lasciato senza un braccio a seguito di incidente stradale sulla via del lavoro per Primiero, insegnerà soprattutto che l’officina della creatività non è preclusa nemmeno da un macchinario rotto o poco performante o assente, se c’è una buona compensazione motivazionale. Nicola ne è prova vivente.
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Il 18 di questo mese è invitato alla sagra di San Giuseppe in Chies d’Alpago dove si celebra anche la messa dei falegnami, per raccontarsi come “artigiano per fato”, e come ha saputo reinventarsi dopo l’incidente.
«Sarà l’occasione per raccontare la mia storia lavorativa dal 2012 in avanti, quando sono rimasto senza un arto, con l’intento anche di creare spinte motivazionali», annuncia Nicola Pradel. «Ma anche per una riflessione sui temi di disabilità e sport, cosa che avrò l’opportunità di fare con il sostegno di Assi, parlandone nelle scuole della provincia».
Un anno fa Nicola Pradel è stato sottoposto a un delicato intervento di chirurgia vascolare a Bressanone per rimuovere l’arto fantasma, ossia quella porzione residuata dopo l’amputazione traumatica. Per undici anni ha sopportato peso e dolori provocati da ciò che rimaneva del braccio e ha cercato, invano fino a un anno fa, qualche specialista che lo liberasse dalla sindrome dolorosa e invalidante. Poi ha trovato casualmente un nominativo, quello del chirurgo di Bressanone Alexander Gardetto che aveva operato un atleta di Pergine, Michele Pasquazzo con lo stesso destino e lo stesso problema di Nicola.
L’intervento è consistito nell’incapsulare la testa del nervo con strisce di muscolo che provengono dalla parte amputata. La risposta ai movimenti neuronali che predispongono all’innesto di una protesi attiva, c’è stata anche in Nicola. Che però non ha fretta. Dice, il geniale maestro artigiano: «Ho avuto un gran daffare per creare e ricreare ruoli e aspetti della mia vita lavorativa, il corso e l’apertura del secondo ufficio, per cui la proteizzazione sinceramente non è stata in cima alle priorità, finora. Ma sono già in contatto con l’ortotecnico con cui fisserò un incontro a breve. Le condizioni sono buone e preludono alla possibilità di impianto di protesi. Dovrò valutare alcuni aspetti, quello prima di tutto del peso della protesi che non vorrei evocasse l’incubo dell’arto fantasma. Mi hanno detto però di tenere duro. Questa è una branca che sta facendo passi da gigante e che si perfeziona di anno in anno».