Nevegal 2021 rompe il patto con il Comune: impianti da sci in vendita, ma a un privato
Il sindaco di Belluno relaziona ai capigruppo: Palazzo Rosso fuori dalla partita, salta la gara collegata. Si profila una penale
Della cordata italo-algerina che avrebbe dovuto investire 100 milioni di euro sul Nevegal nulla più si sa.
La certezza è che Nevegal 365, la società che era stata costituita allo scopo, non fa parte della partita legata agli impianti. Che rimarranno invece di Nevegal 2021, l’attuale proprietaria, che avrebbe un accordo per cederli al Consorzio Tolomeo di Sonico (Brescia).
Saltano, quindi, la vendita al Comune e l’atto collegato che avrebbe assegnato la gestione all’Ati composta dalla stessa Nevegal 2021 e da Dolomiti Strade. A comunicarlo ai capigruppo consiliari, venerdì 15 marzo alla sera, è stato il sindaco Oscar De Pellegrin.
L’incontro
Con la scadenza della proposta irrevocabile di vendita degli impianti, fissata per il giorno di Pasqua, era lecito aspettarsi un aggiornamento, visto il ruolo di primo attore del Comune nella partita.
Palazzo Rosso, infatti, avrebbe dovuto acquistare gli impianti entro il 31 marzo, data ultima della proposta fatta da Nevegal 2021 mesi fa (e prorogata due volte). E così il sindaco ha convocato tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, per spiegare la svolta che c’è stata negli ultimi giorni.
Impianti privati
La gara non si perfezionerà: Nevegal 2021 ha deciso, così ha spiegato il sindaco ai capigruppo, di sfilarsi dalla procedura, annullando unilateralmente l’impegno a vendere alla pubblica amministrazione.
La proprietà degli impianti sarebbe comunque destinata a cambiare con l’entrata in scena dei lombardi, pronti a finanziare anche i futuri investimenti, che riguarderebbero l’impianto di innevamento artificiale e il ripristino di alcune piste dove da anni non si riesce più a sciare, senza dimenticare la stagione estiva.
Costi
Per cinque anni, dunque, gli uffici di Palazzo Rosso hanno lavorato per una gara che alla fine non si chiuderà, coinvolgendo advisor e tecnici. E non si chiuderà perché gli unici partecipanti, nel ruolo incrociato di venditori, hanno fatto un passo indietro in zona Cesarini.
A quanto pare, Nevegal 2021 sarebbe chiamata a versare una somma a titolo risarcitorio (si parla di 45mila euro) per coprire le spese che sono state sostenute anche solo per fare la gara (che in prima istanza era andata deserta ed è stata quindi riproposta modificando alcuni criteri per la partecipazione).
Investimenti da fare
Il Comune, dunque, è fuori dalla partita impianti. Non li acquisterà, non verserà il canone concessorio di 100mila euro all’anno al soggetto gestore (soldi che quindi potranno essere diversamente investiti). Con gli impianti che resteranno privati, il Comune non potrà intervenire finanziariamente, per normativa.
Il Consorzio avrebbe fatto i suoi primi conti: per far ripartire l’intero comprensorio servono investimenti per 8 milioni di euro, con l’idea che almeno sei siano contributi pubblici. Almeno queste sono le cifre raccontate dal sindaco.
Persi i fondi regionali
L’operazione portata avanti a Nevegal 2021, inoltre, avrà anche altre conseguenze: non arriveranno i 300 mila euro che la Regione era pronta ad investire sul Nevegal.
C’è infatti una convenzione con Palazzo Rosso, che impegna la Regione a trasferire il denaro non appena gli impianti fossero diventati pubblici. Mercoledì ci sarà un incontro a Venezia in merito.
E gli italo-algerini?
E la cordata italo-algerina? A precisa domanda, il sindaco ha risposto che non sono coinvolti nell’operazione legata agli impianti. Ma nulla si sa nel piano milionario di investimenti che avrebbero cambiato il volto e il futuro del Colle. E, viene da chiedersi, se fossero realmente interessati al Nevegal, perché alla fine gli impianti saranno acquisiti da un Consorzio bresciano?
Non sono nemmeno state date rassicurazioni in merito alla volontà di Nevegal 365 di esserci ancora, e di essere interessata a proseguire sul percorso annunciato in pompa magna in consiglio comunale e sul Colle, a residenti e operatori.
In pochi ci credevano, mesi fa, qualcuno ci aveva sperato, molti avevano ironizzato. La certezza è che la società non si è più vista, come non si sono mai arrivati i 100 milioni che erano stati annunciati.