Ados Belluno, trent’anni al fianco delle donne: «Screening tumori all’80 per cento»
Donazioni di macchinari ospedalieri, aumento dell’attenzione e della consapevolezza verso la necessità di fare prevenzione del tumore al seno e uno screening quasi totale della popolazione femminile bellunese. Dietro tutti questi risultati c’è anche (o soprattutto) la trentennale attività dell’Ados, l’associazione donne operate al seno, che con le proprie iniziative ha sostenuto centinaia di donne nel loro faticoso percorso di cura e sensibilizzato l’intera comunità sull’importanza della prevenzione. Abbiamo fatto il punto su Ados Belluno con la sua presidente, Annalisa Faoro.
Come si è evoluto il rapporto tra le donne e il tumore al seno da quando esiste l’Ados?
«L’associazione è nata nel 1993 e in questi primi trent’anni il suo scopo è sempre stato quello di stare al fianco delle donne, battendosi sul tema della prevenzione. Personalmente non posso commentare questa evoluzione da presidente, essendomi insediata solo lo scorso anno, ma certamente è stato importantissimo il lavoro fatto dalla presidente storica, Carla Prabaldi. Se trent’anni fa l’attenzione verso lo screening non era molto alta, oggi possiamo vantare ottimi risultati in provincia».
Di che numeri stiamo parlando?
«In media una donna ogni otto-nove, nella sua vita, si deve confrontare con un tumore al seno, che rappresenta il 29% di tutti i tumori femminili. Con questi dati è difficile trovare una famiglia che non sia stata coinvolta da questo male e sapere che a Belluno il livello di screening mammografico supera l’80% delle donne con più di 50 anni contattate dall’Ulss è molto incoraggiante. Senza contare che se una donna di età inferiore sospetta, per famigliarità o un altro fattore di rischio, di essere affetta da questo male può richiedere un’impegnativa per una mammografia al proprio medico di base, con le specifiche esenzioni dal ticket».
Una consapevolezza che non sembra cresciuta solo nelle donne, ma in tutta la popolazione…
«Sì, lo si vede a livello istituzionale, con campagne di screening al seno, ma anche al colon retto, in cui la risposta è altissima, ma anche nell’accesso ai nostri servizi, come il laboratorio di linfodrenaggio, che offre massaggi gratuiti per contrastare i disturbi post operatori del tumore al seno. Lo stesso si può dire per i cambiamenti nello stile di vita delle persone».
A tal proposito avrete un incontro a breve sul tema dell’alimentazione, giusto?
«Esatto, giovedì 21 alle 18, in sala Bianchi, parleremo con degli esperti di alimentazione intesa come prevenzione antitumorale, ma anche di una corretta lettura delle etichette degli alimenti che acquistiamo ogni giorno e di cibo biologico».
Ados fa anche parte del “Comitato prevenzione salute donna”, di cosa si occupa?
«Il comitato, formato da noi, l’associazione Cucchini, la Lilt, la Fidapa, Inner wheel e Soroptimist 18 anni fa, ha lo scopo di raccogliere fondi per la sanità e lo fa principalmente organizzando la manifestazione “Il vento tra i capelli”, una corsa/passeggiata per le vie del centro che, tra l’altro, si è svolta pochi giorni fa».
Peccato per la pioggia… «Vero, ma nonostante il maltempo hanno partecipato circa 300 persone e sono state vendute 3000 magliette, il nostro gadget che serve a finanziare l’acquisto di macchinari per l’ospedale San Martino. Da quando è stato costituito, il comitato ha già donato strumentazioni per oltre 400mila euro».
Un bel risultato, sapete già come verranno spesi i fondi raccolti?
«Dobbiamo ancora decidere, ma ci sono già arrivate alcune proposte dall’Ulss. Quando effettuiamo questo tipo di donazioni è importante ricevere da loro un’indicazione sulle necessità reali della struttura, per poi acquistare delle attrezzature che non servono solo alle donne colpite da tumore al seno, ma a tutta la popolazione. Una delle ultime donazioni, ad esempio, ha riguardato due strumenti per agevolare la preparazione di campioni istologici prelevati da ogni parte del corpo dei pazienti».