Gestione dei rifiuti nel Bellunese, salta l’affidamento. Oggi l’ultimo tentativo per evitare la gara

Il futuro dei rifiuti è di nuovo appeso a un filo. Martedì 26 marzo è saltato l’affidamento del servizio di gestione integrata: i sindaci soci di Valpe ambiente hanno fatto saltare il banco, non partecipando all’assemblea del Consiglio di bacino o astenendosi al momento del voto.

Ma in serata è stata convocata una nuova assemblea. Per mercoledì 27 marzo. L’auspicio è che siano presenti alcuni dei sindaci che martedì mancavano, per arrivare a quella soglia di 31 voti necessari per far passare la delibera.

Il progetto

L’atto rappresenta un passo decisivo nel percorso che porterà alla nuova governance dei rifiuti in provincia. I sindaci, infatti, ieri dovevano votare l’affidamento in house providing della gestione dei rifiuti alla costituenda holding con a capo Bellunum, futura affidataria del servizio.

Che nella prima fase gestirà direttamente il servizio nel territorio dei comuni suoi soci, e indirettamente nel resto della provincia, tramite le controllate Ecomont, Valpe e Ponte servizi (i Comuni soci di queste realtà conferiranno le proprie quote di partecipazione in Bellunum). Nella seconda fase è prevista la fusione per incorporazione delle tre società in Bellunum.

Il percorso

Il percorso era stato individuato dalle stesse società, che hanno elaborato il progetto e lo hanno presentato al Consiglio di bacino che lo ha esaminato. Valutazione positiva, ha sintetizzato martedì il direttore dell’autorità d’ambito in assemblea.

Il gestore unico, giova ricordarlo, è un obbligo di legge, e il bacino di Belluno è in forte ritardo. Dopo anni sembrava di essere giunti alla conclusione di un percorso lungo e non privo di ostacoli.

L’assemblea

Che il voto fosse sul filo si è capito già contando i presenti all’assemblea. 35 Comuni. Assenti quasi tutti i soci di Valpe.

La presidente del Consiglio di bacino Milena De Zanet ha ricordato l’importanza del passaggio, l’approvazione del progetto presentato dalle società. Mario De Bon (Sospirolo) e Stefano Cesa (Borgo Valbelluna) hanno dichiarato che avrebbero votato a favore per senso di responsabilità, perché ormai il percorso era troppo avanzato per fermarlo.

Cortina, che è socia di Valpe, ha ricordato le «difficoltà oggettive che ci sono state con la società» e chiesto «maggiore attenzione per le peculiarità del territorio, anche in vista dei prossimi eventi nella Conca.

Si è giunti al voto. Ne servivano 31, De Zanet lo ha ribadito più volte: «Trentuno voti favorevoli». Le astensioni di San Tomaso, Fonzaso, Cesiomaggiore, Pedavena, Arsiè e Lamon hanno fermato il conto a 28. Calalzo non ha votato per difficoltà di collegamento online, pur essendo presente all’assemblea.

Le reazioni

«Bene, allora andiamo a gara, ognuno si assumerà le sue responsabilità», è sbottata De Zanet dopo aver dichiarato chiusa l’assemblea. Andrea Bona, assessore a Feltre, si è rivolto direttamente ai sindaci feltrini presenti in sala additandoli fra i responsabili della situazione.

«I sindaci che oggi non hanno votato la delibera sono gli stessi che hanno dato mandato alla loro società, Valpe, di presentare questo progetto. Non prendiamoci in giro», ha aggiunto De Zanet ai giornalisti.

«Il sindaco di Sedico lunedì scorso (18 marzo, ndr) in direttivo del consiglio di bacino ha votato questa delibera». Accanto, Gianni Burigo (Soverzene) lo conferma. «Due giorni dopo non si è presentato all’assemblea dei soci. E nemmeno oggi. È correttezza questa? Così buttiamo via il patrimonio delle nostre società». Alla gara non possono partecipare.

Il nodo

Ma perché i sindaci di Valpe hanno cambiato idea? «Perché vogliono valorizzare le loro quote», spiega Andrea Bona. Dalle perizie fatte dalle stesse società per presentare il progetto, infatti, emerge che Bellunum peserà per il 63% circa, Ecomont per il 20,7%, Valpe per l’11%, Ponte servizi per il 5,35%.

«La verità è che siamo finiti dentro una guerra fra destra e sinistra Piave, con il nord del Piave a rimetterci», sbotta Bona. La preoccupazione è alta: si rischia di andare a gara, di perdere società pubbliche, che sono un patrimonio dei cittadini, dicono Bona, De Pellegrin, Gianni Burigo. «Qui non c’è stato un indirizzo di partito, è trasversale». «È un indirizzo di società», si affianca Oscar De Pellegrin.

L’ultima chance

Superato lo choc, l’amarezza e la rabbia hanno lasciato il posto al ragionamento. In serata è stata convocata una nuova assemblea. A distanza di 24 ore e spiccioli, stasera i sindaci saranno di nuovo chiamati a votare la delibera che martedì non è passata.

Saranno ore febbrili, perché difficilmente la maggior parte dei soci di Valpe tornerà sui suoi passi. E i numeri sono sul filo.