Carne dallo strano odore: malesseri a scuola dopo il pasto in mensa
Carne dall’odore e sapore strani servita alla mensa delle elementari di Limana, con alcuni bambini che in seguito hanno accusato mal di pancia e nausea.
L’episodio è avvenuto lunedì 25 marzo, facendo scoppiare la protesta dei genitori che hanno segnalato il fatto al Comune e al Servizio igiene e alimenti dell’Ulss. L’amministrazione comunale, da parte sua, ha mandato una contestazione formale alla ditta che ha in appalto il servizio di ristorazione scolastica, dando un termine di dieci giorni per spiegare cos’è accaduto.
«La somministrazione di cibi di dubbia qualità in un ambiente pubblico, come quello scolastico, è un fatto di estrema gravità che non trova margini di tollerabilità», tuona Matteo Troian, rappresentante dei genitori ma anche capogruppo di minoranza in consiglio comunale.
Le segnalazioni partite dalle famiglie parlano di un cattivo odore in sala mensa e nei corridoi adiacenti. Troian spiega che in un primo momento il personale di turno aveva comunicato agli insegnanti che quell’odore arrivava da un contenitore che al suo interno aveva della carne, di conseguenza il contenitore era stato fatto rientrare nella cucina. La stessa pietanza, in un altro contenitore, è stata però poi servita agli alunni e agli insegnanti del secondo turno, i quali riscontravano il cattivo odore. Secondo la ricostruzione del rappresentante di classe, le insegnanti a quel punto hanno chiesto di interrompere la somministrazione, ma oramai quella carne qualcuno l’aveva ingerita.
«Purtroppo, a distanza di qualche ora c’è chi ha detto di essersi sentito poco bene lamentando sintomi come nausea, vomito e mal di stomaco», dice Troian. «A mio avviso quanto accaduto è intollerabile e purtroppo è la conseguenza di una gestione di un servizio che dimostra gravi carenze. Negli ultimi due anni in particolare, la qualità del cibo somministrato è diminuita notevolmente e capita spesso che l’igiene non sia delle migliori. Cibi stracotti o bruciacchiati, acqua salata e corpi estranei nei piatti. A prova di tutto ciò le numerose segnalazioni arrivate da genitori e insegnanti con i conseguenti sopralluoghi della commissione preposta. Va inoltre ribadito che i maggiori costi energetici e delle materie prime non devono mettere a discapito la qualità del cibo e del servizio stesso. A questo punto possiamo dire che la misura è colma e che non accettiamo più alcuna giustificazione e che sarebbe opportuno che gli enti preposti facessero la loro parte».
Il mese scorso c’era stato un incontro organizzato dal Comune a seguito delle segnalazioni, e i genitori sembravano rassicurati dalla disponibilità indicata a migliorare il servizio offerto. Lunedì, però, è avvenuto il nuovo episodio, che ha scatenato la protesta.
«Io ho inoltrato la segnalazione al Servizio igiene e alimenti dell’Ulss», sottolinea Troian, «riportando quanto segnalato da insegnanti e alunni».
«Il Servizio amministrativo ha già provveduto a inviare formale contestazione alla ditta appaltatrice segnalando la gravità di quanto rilevato», ha annunciato il sindaco Milena De Zanet con una comunicazione agli insegnanti e ai genitori, «con l’invito a fornire le proprie osservazioni entro il termine di dieci giorni (nel rispetto dei termini contrattuali)». Una volta trascorso il termine ed esaminate le eventuali giustificazioni il Comune prenderà le iniziative del caso.
«Alcuni bambini sono stati poco bene ma tanti altri non hanno avuto problemi pur avendo mangiato quella carne», spiega il sindaco De Zanet, «quindi è importante non allarmarsi finché non si capirà bene cosa è successo. L’odore particolare potrebbe essere stato dato anche dall’uso di qualche spezia, al momento non abbiamo elementi certi. Attendiamo dunque la risposta della ditta appaltatrice, mentre abbiamo attivato tutte le procedure di tutela e di controllo. Ma al momento non ci sono elementi di allarme»