Funghi, le specie più ricercate hanno perso la radioattività
Le specie più ricercate di funghi in provincia di Belluno non sono più radioattive. La novità arriva dal Servizio Micologico dell’Ulss 1 Dolomiti. Servizio che rientra nel Sian (Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione) del Dipartimento di Prevenzione.
Dopo il disastro di Chernobyl del 1986, infatti, ogni anno in provincia di Belluno vengono eseguiti controlli a campione sui funghi per evidenziare la presenza o meno di radionuclidi. Un’indagine che in parte viene condotta direttamente dal Servizio Micologico e in parte dall’Associazione micologica bellunese Bresadola. I raccoglitori consegnano le specie di funghi al Sian che fino a qualche tempo fa portava i campioni ai laboratori chimici dell’Arpav di Belluno, ma ora, dopo la riorganizzazione dell’Agenzia, vengono inviati ai laboratori di Verona.
Se dopo quanto accaduto alla centrale nucleare ucraina questi campionamenti nel Bellunese venivano eseguiti su molte specie di miceti, negli ultimi anni la raccolta si concentra solo su determinati tipi.
«I dati raccolti negli ultimi 30 anni», precisano dal Servizio Micologico dell’Ulss, «evidenziano una costante diminuzione del Cesio-137 nei funghi campionati.
Negli ultimi periodi, tutti i campioni di Cantharellus cibarius e tubaeformi (volgarmente conosciuti come finferli o gialletti), in precedenza interessati dalla presenza diffusa del radionuclide, risultano ampiamente conformi al valore limite di 600 bequerel, stabilita come limite prudenziale dall’Unione Europea per i funghi destinati al consumo umano». Dall’analisi dell’Arpav, inoltre, è emerso che i funghi porcini (Boletus Edulis) sono completamente esenti da Cesio.
«Quello che si evince da queste analisi», precisa il micologo, vicepresidente dell’associazione Bresadola ed ex direttore del Sian di Belluno, Oscar Cora, «è la progressiva discesa del Cesio nel Cantharellus negli ultimi dieci anni.
Campioni di questo micete sono stati raccolti in varie parti della provincia, ma il dato conferma sempre la diminuzione. Il Cesio si dimezza in trent’anni e così sta avvenendo».
Cora si sofferma anche sul porcino, uno dei funghi più diffusi e più ricercato in provincia dai raccoglitori. «È una specie, quella del Boletus, che fin da subito ha mostrato percentuali molto basse di radionuclidi, percentuali che si sono abbassate di anno in anno fino a scomparire».
Malgrado queste buone notizie, però, il vice presidente della Bresadola raccomanda sempre un consumo modico di funghi per la loro difficile digestione.
Se i miceti più conosciuti sono praticamente esenti da radioattività, due specie – il Rozites caperatus (noto come caperata) e l’Hydnum repandum (noto come steccherino) – diffuse in provincia ed edibili, nonostante siano passati 38 anni da Chernobyl, mostrano ancora quantità significative di Cesio-137.
«Purtroppo ci attendavamo che per tutte le specie, con il passare del tempo, la percentuale di radionuclidi calasse, ma questo non è accaduto per questi due tipi di miceti. E non sappiamo perché. Per cui la raccomandazione è di non raccoglierne tanti e di consumarli insieme ad altri tipi di miceti», conclude Cora.