Belluno, aggredisce e picchia un uomo che non gli aveva pagato la droga: arrestato a Rimini e portato in carcere
Condannato a tre anni di reclusione per rapina, spaccio lesioni personali gravi ed estorsione, è stato arrestato ieri dalla Squadra Mobile di Belluno. I.F., trentatreenne pregiudicato e ben noto alle forze dell’ordine per reati di indole violenta, a gennaio dell’anno scorso aveva brutalmente aggredito un uomo che aveva acquistato da lui della cocaina e non l’aveva pagata.
Il 19 marzo I.F. ha patteggiato: il Gip di Belluno, su accordo delle parti, lo aveva condannato alla pena di 3 anni di reclusione e 1000 euro di multa. Venerdì la Squadra Mobile della Questura di Belluno diretta da Jacopo Ballarin, con l’ausilio della Mobile di Rimini dove l’uomo era stato localizzato, ha dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura. I poliziotti hanno arrestato l’uomo e lo hanno portato al carcere Casetti di Rimini.
I fatti per i quali il trentatreenne è stato condannato risalgono al gennaio 2023. I.F., spacciatore e persona nota alle forze dell’ordine, aveva venduto droga e l’acquirente non l’aveva pagata. Quindi ha fatto irruzione nell’abitazione dell’acquirente, con il volto coperto da un passamontagna e entrando con prepotenza, l’ha aggredito e colpito con calci e pugni al torace, anche mentre l’uomo si trovava a terra. L’aggressione aveva provocato lesioni personali gravi con un’importante prognosi, ben oltre i 40 giorni, a causa delle fratture cagionate.
La vittima infatti non aveva potuto riprendere la propria quotidianità fino alla fine di giugno dello stesso anno.
Le indagini erano state affidate alla Mobile, sotto la direzione della Procura, e gli agenti avevano accertato che l’aggressione era stata provocata da un debito di 200 euro, accumulato dalla vittima verso il malvivente in seguito all’acquisto di alcune dosi di cocaina. Nel corso dell’aggressione I.F. aveva anche sottratto alla parte offesa un bracciale.
Il giorno successivo la vittima aveva effettuato una ricarica su carta prepagata intestata al condannato, andando così a soddisfare la pretesa estorsiva di quest’ultimo, procurando ad esso l’ingiusto profitto.
Ora I.F. è stato arrestato e sconterà la pena di tre anni in carcere.