Sempre meno ricoverati per Covid: lunedì 21 febbraio in rianimazione ce n’era uno solo. Il direttore dell’Asst: è stata una dura guerra. Finora 1.721 i morti nel Mantovano
MANTOVA. A due anni dall’inizio della pandemia, anche a Mantova la situazione contagi e ricoveri va migliorando. Lunedì 21 febbraio le persone ricoverate nelle strutture dell’azienda Poma erano 112, dieci in meno rispetto al giorno prima. Di queste, 75 sono ricoverate nelle aree per acuti, altre 37 in quelle per subacuti a Viadana e a Bozzolo; solo una si trova in rianimazione. Soltanto il 13,4% è ricoverato per altri motivi e poi scoperto positivo al Covid.
Da una settimana anche i nuovi contagi sono in regressione: per esempio, dai 247 di domenica si è passati ai 68 di ieri (91.350 quelli registrati dall’inizio della pandemia). I morti, per la cronaca, a domenica scorsa avevano raggiunto la cifra di 1.721, di cui 245 solo a Mantova (dati forniti dal sito di Regione Lombardia).
I numeri dicono che non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia: uno studio del Cnr inserisce la provincia di Mantova tra quelle dove l’incidenza dei contagi è più alta: 496 ogni centomila abitanti: il dato peggiore di tutta la Lombardia. Ragion per cui il Poma, per ora, mantiene le aree Covid, pur applicando il principio che ogni reparto mette a disposizione zone grige per isolare i pazienti in attesa di test sulla positività.
«Non abbiamo mai sospeso alcun servizio per questa quarta ondata del virus» tiene a ricordare Mara Azzi, direttore generale dell’Asst Carlo Poma. Che spiega: «In questa fase abbiamo gestito i ricoveri per altre patologie e mantenuti aperti i percorsi di screening e, quindi, di prevenzione. Stiamo andando avanti, cercando di convivere con il virus, devastante il primo anno, e di contenerlo con le vaccinazioni».
Azzi riflette a voce alta su «cosa ha lasciato la pandemia su tutte le persone, e cioè paure ed esiti della malattia, e sul personale. Che non è solo stanco ma ha vissuto un’esperienza drammatica, eravamo tutti in una guerra dove non si capiva chi fosse il nemico da combattere. Non è un caso che tanti siano andati in pensione».
Adesso le cose sono cambiate: «Ci siamo attrezzati per difenderci con le mascherine, il distanziamento e le sanificazioni e, soprattutto, abbiamo uno strumento, il vaccino, che se non impedisce il contagio riduce il rischio di ospedalizzazione. E rappresenta una sicurezza anche dal punto di vista psicologico».
Insomma, «si guarda al futuro con ottimismo, considerando i segni che proprio a livello psicologico il virus ha lasciato – conclude Azzi – soprattutto in coloro che hanno avuto dei lutti e che in quel momento non riuscivano nemmeno a rielaborarli».
Proprio per non abbassare la guardia Asst, d’intesa con Ats, dà la possibilità di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni senza appuntamento. Basta rivolgersi ai poli vaccinali secondo questo calendario: a Mantova, palazzina 10 di via dei Toscani sabato 26 febbraio dalle 13 alle 18 e domenica 27 dalle 8 alle 13; a Bozzolo martedì 22 febbraio, mercoledì 23 e giovedì 24 dalle 14 alle 18; a Gonzaga sabato 26 febbraio dalle 9 alle 15; a Viadana mercoledì 23 febbraio dalle 14 alle 18.