San Benedetto Po, gara per le rampe da rifare: «Sconfitta della politica»
SAN BENEDETTO PO. Anni. Ci vorranno ancora molti anni, non meno di tre o quattro, prima che l’intero ponte di San Benedetto Po sia completamente terminato. La decisione, annunciata ieri dalla Provincia, di rifare la gara per l’affidamento delle due rampe, cioè il ponte golenale, è una mazzata che sindaci e territorio non si aspettavano. Sicuramente una decisione legittima e sensata, dicono tutti, ma perché non prenderla prima? Perché cambiare le carte in tavola proprio ora che eravamo in dirittura d’arrivo?
Una sconfitta della politica, la definisce Roberto Lasagna, sindaco di San Benedetto: «Non ho le competenze giuridiche per contraddire la decisione della Provincia - dice il primo cittadino - il territorio si deve fidare per forza. Però credo tutti noi che viviamo qui abbiamo già pagato un prezzo altissimo per questo ponte. Io, per colpa della nostra viabilità, ho perso non so quanti imprenditori che erano interessati ad insediarsi qui. Senza contare, che il nostro comune sta investendo molto sul turismo. Invece ora, dovendo fare una nuova gara, i tempi si allungano; anche se verrà aperto il nuovo ponte in alveo, poggerà su una struttura provvisoria, vigeranno ancora le limitazioni ai mezzi pesanti, perché comunque la parte golenale non è sicura. E dobbiamo sperare che la Toto accetti di fare il bypass. Dobbiamo per prima cosa garantire la viabilità».
Non meno preoccupato il collega di Bagnolo San Vito, Roberto Penna: «È una notizia che ci mette tutti in difficoltà - commenta - Per quanto ne so di gare pubbliche, i tempi si allungheranno minimo di tre-quattro anni. Senza contare che non ci scappi un ricorso. Non entro nel merito della decisione della Provincia. Però dico che le conseguenze di questo nuovo stop saranno veramente pesanti per tutti».
A fronte di questa novità, anche il comitato Vogliamo il ponte, formato da cittadini della zona, ha deciso di riorganizzarsi e protestare: «Dire che sono allibito è un eufemismo - tuona Sandro Cavazzoli, il portavoce - Adesso vogliamo capire bene quali sono le conseguenze di questa nuova presa di posizione della Provincia e quali azioni possiamo intraprendere. Io vorrei tanto poter parlare con i tecnici, per capire davvero quali sono i motivi di questo cambio di rotta: avevamo già un progetto, i finanziamenti, cominciavamo a vedere la luce in fondo al tunnel, invece dobbiamo rifare metà del piano. I politici giocano con i soldi pubblici, ma anche con le nostre vite e le nostre attività. Non posso che urlare “vergogna”: andremo a protestare con sindaci, Provincia e Regione».
Interviene anche il Pd di San Benedetto, per voce delle referenti Sara Bellesia e Alice Vismarra: «Chiediamo che il sindaco riferisca in consiglio comunale le novità in merito al ponte di San Benedetto Po e che chiarisca la sua posizione. Cambiando presidente si sperava in una “rivoluzione”, ma chi amministra sa benissimo che si può mediare, si può pensare a qualche soluzione potenzialmente alternativa. Il consiglio comunale ha il diritto di sapere quale sia il motivo di rottura con la Toto e il contenuto della controproposta della ditta stessa e insieme, forse, potremo capire cosa poter cedere e su cosa invece essere intransigenti». Della stessa opinione il capogruppo di consenso civico Andrea Zucca.