Castiglionesi illustri: il Comune si prenderà cura delle tombe a rischio
Le tombe dei castiglionesi illustri, abbandonate da tempo, verranno prese in mano dall'amministrazione Volpi. È questa, in sintesi, la posizione del Comune dopo la lettera aperta di Daniele Paolucci, laureando in Giurisprudenza, che, alcuni giorni fa, a fronte di una ricerca personale su alcuni storici personaggi e abitanti del paese morenico, aveva sollevato la questione delle tombe abbandonate di partigiani, cittadini illustri, benefattori e famiglie alle quali sono dedicate vie e strade.
Il sindaco Volpi, interrogato sulla questione, si dice pronto a mettere mano al regolamento comunale del cimitero che, al momento, non consente interventi su quelle che sono tombe private e che, a scadenza di concessione (in alcuni casi, mentre per altre si parla del vecchio ordinamento, in vigore prima degli anni ’70, e dunque con acquisto perpetuo delle tombe di famiglia), potrebbero anche passare in mano a nuovi proprietari. L'amministrazione assicura che metterà mano al regolamento e, allo stesso tempo, spiega sempre il sindaco, «vedremo di organizzare una commissione, o comunque dovrà essere una decisione collegiale, non di certo del solo sindaco, che prenda la decisione su quali tombe sistemare, o rendere di proprietà del Comune per il valore intrinseco che hanno per la nostra storia».
Una situazione simile si era presentata alcuni anni fa, durante l'amministrazione Novellini, quando gli Amici di Palazzo Te decisero di restaurare il monumento di Adolfo Wildt, l'opera in marmo più conosciuta dello scultore, che si trova nella tomba di famiglia Boschi nel cimitero di Castiglione. In quell'occasione, dopo essere risaliti all'erede, il Comune aveva siglato una convenzione per mettere mano alla scultura proprio con l’erede che, in cambio, aveva concesso l'uso dell'opera per fini di studio e di visita di appassionati. Non va poi dimenticato che nel totem all'ingresso del cimitero nuovo ci sono indicate le tombe che hanno opere d'arte, e si potrebbero aggiungere anche le tombe dei personaggi illustri, per completare l'opera.
Fra le lapidi che venivano indicate nella lettera c'è anche quella della famiglia Finzi, di origini ebraiche, e uno dei suoi componenti è stato legato alla costruzione del canale Arnò, la più grande arteria d'irrigazione dell'Alto Mantovano, oltre a quella del partigiano Paroni, che si trova propio nella parte da oltre 15 anni transennata, e quella quale il comune ha promesso di intervenire in questi anni.