Il vorace granchio blu e la sua risalita nel Po: i primi avvistamenti anche nel Mantovano
![Il vorace granchio blu
e la sua risalita nel Po:
i primi avvistamenti
anche nel Mantovano](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/gazzettadimantova/2023/08/18/092014850-70ed0688-eb79-49e9-88da-1ae41f288d5a.jpg)
foto da Quotidiani locali
«Un granchio in Po? Mai mi era capitato di vederne uno in 76 anni» esordisce Nino Malagò, pescatore per passione, uno dei primi a imbattersi nel “killer dei mari” sul Po, nella zona di Felonica. È il granchio blu, un crostaceo originario del continente americano che negli ultimi anni ha avuto un’esplosione demografica anche nel Mediterraneo. Ma dall’acqua salata il granchio “alieno” ha iniziato a espandersi anche in acqua dolce. E dopo aver devastato il Delta, ha cominciato la sua risalita verso il Grande Fiume.
Si tratta di un fenomeno del tutto straordinario, considerando che questo crostaceo normalmente non si fa vedere da queste parti. Se accade, si limita a risalire di poco il corso del fiume. Invece già molti pescatori del Mantovano hanno avuto un primo incontro ravvicinato con il crostaceo, a quasi 115 chilometri di distanza dalla foce. Esemplari di granchio blu sono stati pescati nel Rodigino, a Revere, Borgocarbonara, Pieve di Coriano e nella zona di Sermide e Felonica. Non di certo una buona notizia, considerando che il granchio blu è una specie molto aggressiva e invasiva, che sta devastando e colonizzando l’ecosistema, mangiando letteralmente di tutto: va a caccia di vongole, cozze, crostacei, avannotti, uova, ma mangia anche le carogne e le piante. Ed è questa sua voracità ad essere deleteria per il nostro ecosistema, perché è un predatore che si ciba di tutto e che non ha nemici naturali. Fedagripesca-Confcooperative stima che il granchio blu abbia creato un buco di 100 milioni di euro. Insomma, un danno enorme, ambientale ed economico.
Uno dei primi aspetti notati dai pescatori mantovani è l’aggressività che caratterizza questo crostaceo: «Il granchio blu ha chele molto più lunghe e grosse rispetto a quello tradizionale – commenta Malagò – ed è anche molto più aggressivo: il primo che ho pescato mi ha attaccato, al punto che ho dovuto tagliarli la chela per liberarmene. Da quel momento, ogni volta che li pesco, li prendo con un retino e taglio immediatamente le chele». E se fino a qualche settimana fa ne trovava qualcuno, sporadicamente, «adesso ne pesco almeno tre o quattro ogni giorno».
Anche il segretario della Federazione pesca sportiva di Mantova (Fipsas), Claudio Taccuso, ne segnala la presenza: «Abbiamo già ricevuto alcune segnalazioni, soprattutto nella zona dell’Ostigliese. Ma c’è buona probabilità che si diffonderanno in tutte le acque della provincia. Perché basta che un granchio si attacchi a una barca per diffondersi altrove. Se sono arrivati fin qui, a più di 100 chilometri di distanza dal Delta del Po, è un attimo che raggiungano anche le altre zone del Mantovano».
La situazione sembra essere ancora sotto controllo nel Parco del Mincio: non sono stati osservati esemplari da parte del servizio di vigilanza, ma l’attività di controllo resta costante. Dal parco fanno sapere, in proposito, che se il crostaceo dovesse comparire in maniera massiccia, prenderanno certamente misure per contrastarne la diffusione.
A smorzare l’allarme c’è il comandante della polizia provinciale, Cristiano Colli, che segue anche la vigilanza ittico-venatoria: «È un andamento ciclico, è normale che specie non originarie della zona invadano i nostri habitat, proprio come è successo in passato con i gamberi della Louisiana. Per ora la situazione è tranquilla, e non si può ancora definire una vera invasione ma la diffusione del granchio blu verrà tenuta sotto controllo».