Graffiti e monumenti sfregiati a Mantova: ecco la mappa

foto da Quotidiani locali

Per qualcuno sono vere e proprie opere d’arte, forme di espressione moderna che utilizzano i giovani per comunicare con il mondo esterno, sordo alle loro istanze. Per altri, la maggioranza, sono solo dei segni senza senso che deturpano muri e facciate, e spesso anche i monumenti. Sono le scritte e i disegni a vernice spray che compaiono sulle facciate di palazzi privati ed edifici pubblici, graffiti che riecheggiano quelli della preistoria incisi sulle pareti delle caverne, ma spesso senza significato. Il Comune ammette la difficoltà a ripulire: lo fa sugli edifici di proprietà (ma non sempre con tempestività), non può su quelli privati.

Di tutti i colori

Di sgorbi grafici accompagnati da scritte oscene è tappezzata Mantova, città d’arte e patrimonio Unesco. Basta fare un giro per il centro e se ne vedono letteralmente di tutti i colori, scritti e segni vergati con la bomboletta spray rossa, gialla, verde e nera. Nel voltoncino che collega via della Mainolda a via Verdi, per esempio, ci sono frasi e segni che deturpano il luogo.

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E meno male che è nascosto alla vista dei più. Come nel vicino sottopasso che collega la zona del parco Te con via Visi, quartiere di Te Brunetti: anche in quel budello i writer scaricano le loro pulsioni pseudo artistiche. Dove, invece, i segni che sfregiano un monumento sono evidenti e fanno male è sul muro perimetrale di Palazzo Te che costeggia la ferrovia. Lì c’è di tutto: murali senza senso, scritte e slogan comprensibili solo al ristretto mondo dei graffitari e persino dichiarazioni d’amore che sarebbero anche simpatiche se scritte su un biglietto recapitato direttamente all’amata o all’amato. I ghiribizzi a vernice imbrattano anche il retro delle Fruttiere di palazzo Te che sono in corso di restauro. Intorno ci sono le telecamere che con il loro obiettivo ad ampio raggio sarebbero in grado di individuare i responsabili, ma questo non è un deterrente.

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Altri graffiti sono comparsi in via Goito, soprattutto nello slargo dei bagni pubblici, e nelle vie Cappello, san Longino e Buozzi. Non vengono risparmiate neppure le saracinesche dei negozi del centro come, per esempio, in piazza Alberti. Che cosa spinga questi “artisti della bomboletta“ (meglio chiamarli vandali?) ad imbrattare i muri non è chiaro; è chiaro, invece, che questa è un’azione che non si può fare, punita sia dal codice penale che dal regolamento di polizia urbana del Comune.

Le sanzioni

All’articolo 10, comma t, del citato regolamento si vieta l’imbrattamento di edifici pubblici e privati sulla pubblica via; chi viene pescato a farlo deve pagare una multa di 500 euro e ripristinare il luogo deturpato. In più, c’è la denuncia alla procura per il reato di danneggiamento.

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E se non si individua il responsabile, spetta ai proprietari e ai locatari degli edifici ripulire i muri come recita l’articolo 14, pena una contravvenzione di 150 euro e l’obbligo di togliere scritte e disegni.