Nidi gratis e più case a Mantova: «Così si riempiono le culle»
La ricetta del sindaco Mattia Palazzi per combattere la denatalità
Un migliaio di culle perse negli ultimi dieci anni in provincia di Mantova. Anche qui, come altrove, il tasso di natalità risulta in costante calo. Nel Mantovano l’indice è addirittura più basso della media nazionale e lombarda: nella nostra provincia secondo l’ultima indagine demografica ci sono 6,5 nati ogni mille abitanti contro i 6,7 della media italiana e i 6,8 della Lombardia.
Asili gratis
Le ragioni sono molteplici e toccano aspetti economici, del lavoro e culturali. Ma che cosa si può fare per invertire la tendenza? Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, non è del tutto pessimista, considerata la lieve inversione di tendenza registrata nel comune capoluogo tra il 2022 e il 2021, con un saldo positivo di + 14 nati, anche se nel 2012 le culle erano 379 e dieci anni dopo 303.
«Noi però - sottolinea il primo cittadino - qualcosa abbiamo fatto. Siamo l’unico comune capoluogo in Italia ad aver fatto i nidi comunali gratuiti per tutti. Da cinque anni lasciamo fino a 5mila euro all’anno nelle tasche delle famiglie. E’ la politica più forte per consentire alla donna di non dover scegliere tra fare la mamma e lavorare ed è un sostegno concreto e non simbolico per aiutare le giovani coppie».
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Soldi e casa
«Tra poche settimane - continua Palazzi - metteremo a bando anche gli 80 alloggi che stiamo recuperando a Borgochiesanuova con il bando Pnrr che si rivolgerà anche alle giovani coppie che lavorano. Sono appartamenti nuovi e rifatti che avranno affitti calmierati. Un esempio? 330 euro bilocale nuovo di 70 metri quadrati».
Il mondo cambia
Sui motivi del calo delle nascite Palazzi è chiaro: «Gli elementi per i quali si fanno da vent’anni meno figli in Italia, con una curva iniziata negli anni 80 e diventata strutturale dagli anni 90, sono diversi: economici, culturali e per come è anche cambiato il mondo del lavoro, contrariamente a quanto servirebbe. Il sistema di welfare in Italia in realtà è tutto orientato ai sussidi sociali e molto poco al suo vero significato, che dovrebbe rivolgersi anche a fasce di quello che una volta chiamavamo ceto medio, con servizi flessibili di sostegno alla conciliazione casa-lavoro. La nostra politica nidi comunali gratuiti nasce per questo e anche aver esteso orari dei nidi comunali. L’Italia in tal senso è indietro e dovrebbe imparare dai Paesi del nord. Anche se in generale - conclude il primo cittadino - la curva demografica interessa ormai quasi tutti i paesi europei».