Sindaca di Pinarolo condannata, bufera in Consiglio ma lei resiste: «Non mi dimetto»
Cinzia Gazzaniga: «È solo una questione personale». Accuse anche per il dissesto finanziario del Comune
PINAROLO PO. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto la sindaca di Pinarolo Po è arrivata in consiglio comunale. Un duro faccia a faccia durante il quale il primo cittadino ha ribadito di essere a posto con la coscienza («Un errore formale, fatto in buonafede» ha spiegato Cinzia Gazzaniga), mentre l'opposizione non le ha concesso sconti e ha chiesto le sue dimissioni con le parole del capogruppo, Rodolfo Guerra: «Vergognoso non fare un passo indietro».
Cinzia Gazzaniga è stata condannata poche settimane fa a 11 mesi e 10 giorni, con sospensione della pena, per alcune contestazioni riguardo la gestione del patrimonio di un anziano, di cui era amministratrice di sostegno. La sentenza riguarda una sola accusa, relativa a quattro assegni circolari, per un importo di 25mila euro.
Il confronto pubblico
Il primo cittadino ha scelto di confrontarsi con il consiglio comunale, alla presenza di un discreto numero di pinarolesi (le limitazioni per il Covid hanno comunque ridotto l'accesso). Forte dell'appoggio incondizionato della sua maggioranza, non solo la Gazzaniga ha ribadito di non aver fatto alcun tipo di speculazione «non ho certo mai approfittato del mio ruolo, nè mi sono arricchita con denaro, tantomeno con immobili», ma subito ha sottolineato che l'impegno alla guida del Comune è estraneo all'accaduto e non va quindi messo in discussione: «Sono stata coinvolta in questa vicenda non per il mio operato di amministratore pubblico, ne per fatti attinenti alla pubblica amministrazione, ma in quanto persona. E come persona mi sono assunta le mie responsabilità e quando disporrò del dispositivo della sentenza deciderò insieme al mio avvocato come procedere. Come sindaco, ho il dovere di proseguire nel mio lavoro, cosi come il mio gruppo e tante altre persone hanno chiesto».
Parole che non sono bastate alla minoranza. «Una condanna nei riguardi di una persona che ricopre anche il ruolo pubblico di sindaco non può essere scissa da ciò che essa rappresenta per la gestione di un Comune» ha ribattuto il consigliere Nicola Ghisiglieri. Anzi, l’opposizione ha alzato il tiro.
Minoranza durissima
«Camminare a testa alta e schiena dritta non significa che si è innocenti, caro sindaco, in questo caso lei dimostra che se ne infischia altamente di quello che il Tribunale ha sancito», la dura condanna del capogruppo di opposizione Rodolfo Guerra, che ha riportato a galla tutt'altra questione, che riguarda le recenti difficoltà economiche delle casse comunali: «La Corte dei Conti ha fatto emergere una cifra per spese fuori bilancio di ben 1.031.000 euro, denunciando inoltre la situazione di grave dissesto finanziario di questa amministrazione». Gli ha fatto eco il collega di minoranza, Carlo Scolé, che a proposito dello stato delle casse comunali ha aggiunto che «si sta cercando di porre rimedio, ma crediamo con scarsi risultati, essendo l’impegno finanziario non sorretto da adeguate entrate con cui farvi fronte». Insomma, una bocciatura su tutti i fronti, mentre il sindaco prosegue nel suo mandato, da una parte con le misure messe in campo per risanare le finanze pubbliche, dall'altra scindendo la questione personale dal ruolo di primo cittadino. —
Alessio Alfretti