L’appello nonostante il Covid: «L’ospedale è sicuro. È tempo di tornare a fare prevenzione»
Il primario di Senologia all’istituto Maugeri di Pavia è preoccupato. «Tante donne a causa della pandemia non fanno esami di controllo»
I contagi in Lombardia calano: meno di 50 su 100mila abitanti conferiranno con tutta probabilità alla regione il pass ufficiale per entrare in zona bianca dal 14 giugno prossimo. Domenica La Provincia Pavese, con l’acquisto di una copia del giornale in edicola, regalerà cinque mascherine chirurgiche. E, mentre succede tutto questo, gli ospedali lanciano un appello alla prevenzione. Che in molti, persi nei meandri della pandemia, hanno trascurato o dimenticato del tutto. Tra i primi a parlarne è Fabio Corsi, primario del reparto di Senologia dell’istituto Maugeri di Pavia e professore di Chirurgia generale all’Università di Milano, che lancia un segnale di rottura.
Dottore, cosa sta succedendo?
«In questo momento, con i contagi Covid-19 nettamente in calo, si presenta un nuovo problema da affrontare. Pazienti che, a causa dell’emergenza pandemica, hanno temporeggiato. E ora rischiano di pagarne le conseguenze».
Cosa vedete?
«Nel corso delle mie sedute chirurgiche vedo sempre più donne con situazioni in fase avanzata: tumori più antichi. Le faccio un esempio: la linfoadenectomia, ossia l’asportazione dei linfonodi ascellari, che prima era sporadica, ora è frequente».
Questo cosa significa?
«Che se non si sente dolore si tende ad aspettare. La mammografia, unita all’ecografia al seno, è uno degli esempi: le pazienti dovrebbero sottoporsi all’esame ogni due anni, anche se noi lo consigliamo ogni anno. Ma l’emergenza Covid ha fatto dimenticare anche questa scadenza».
Succede pure per altre patologie?
«È una tendenza trasversale. Anche chi ha problemi cardiaci, o renali, o di altra natura, che ritiene possano aspettare, non si è fatto vedere in ospedale».
Cosa ha spinto in questa direzione?
«Una certa diffidenza verso gli ospedali, innanzitutto. E ciò è profondamente ingiusto, oltre che ingiustificato. È come se durante il periodo di pandemia questa diffidenza si sia trasformata in paura. Nella mente delle persone è nato il binomio “ospedale=Covid”. Questo mi colpisce perchè ha comportato l’abbandono significativo dei programmi di screening e prevenzione. Riguardo al tumore al seno, il riferimento va ai controlli periodici e radiologici. Sa quanti ne sono saltati?».
Quindi lei invita a tornare a fare prevenzione.
«Dico che la prevenzione non deve essere abbandonata. Gli esami periodici, qualunque sia la patologia di cui si soffre, vanno fatti. Perchè portano grandissimi risultati, ad esempio in termini di curabilità dei tumori. In particolare, per quello che noi trattiamo, cioè il tumore alla mammella. Ma questo discorso vale pure per la stessa diagnosi tumorale al colon».
Per questo avete promosso un numero verde senologico totalmente dedicato agli esami al seno?
«Di Maugeri sono orgoglioso perchè, anche durante i ricoveri di pazienti contagiati, abbiamo sempre mantenuto una parte di posti letto Covid free. E abbiamo, appunto, dedicato un numero di telefono dedicato alle donne che devono fare prevenzione al seno. È il numero verde 800.775.371: un approdo per tutte le pazienti che hanno bisogno di prenotare esami radiologici, visite senologiche od oncologiche con gli specialisti della Breast Unit».
Il vostro obiettivo è invertire la tendenza.
«È rendere più vicino l’ospedale ai pazienti. Vogliamo che lo sentano come luogo sicuro, in cui possano essere seguiti e curati. Distanziamento e sanificazione tra un esame e l’altro: noi facciamo tutto il possibile».