Di Maio: Renzi è un demolition man, io ho sempre provato a costruire
Il ministro alla presentazione del suo libro parla ormai quasi a nome del centrosinistra: «A breve ci troveremo il leader di IV nel centrodestra, ha snaturato in questi anni tutti i valori di sinistra, i valori del Pd»
«A breve ci troveremo Matteo Renzi nel centrodestra, ha snaturato in questi anni tutti i valori di sinistra, i valori del Pd». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla presentazione del suo libro a Pomigliano d'Arco. «I due Matteo, uno del 2019 con il Papeete, l'altro durante la terza ondata, hanno fatto cadere il governo. Noi 5 Stelle abbiamo provato a costruire governi di responsabilità, i Mattei li hanno fatti cadere», ha detto ancora. «Adesso io ho a che fare con un altro Pd che non è quello di Matteo Renzi», ha sottolineato Di Maio. Poi il ministro degli esteri ha fatto questa battuta: «Vedo sempre questo tentativo di demolire. Renzi è un demolition man, gode quando distrugge. Lo facesse a casa sua, ma non con i governi della Repubblica».
Di Maio ha parlato anche dei no vax: «Quando vedo Salvini e Meloni che soffiano sul vento dei no-vax penso che è da incoscienti. C'è gente che dal piedistallo della politica ancora si permette di dire anche se non fai il vaccino non muori», ha detto ancora. «C'è una classe politica che esce dalla pandemia peggio di come è entrata», ha aggiunto. Insomma, lontani i tempi in cui era il Movimento di Di Maio a fare propaganda antivaccinista, dal celebre post di Grillo (I vaccini e l’autismo) alle uscite di Paola Taverna, che anche lei ha oggi completamente cambiato idea.
«Se devo impegnarmi a dimostrare che non c'è dualismo con Conte – dice Di Maio – vuol dire dimostrare che il dualismo c'è. E' surreale questo dibattito. L'ho scelto io due volte come presidente del Consiglio». Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando delle presunte tensioni con l'ex premier durante la presentazione del suo libro a Pomigliano d'Arco. «Credo nella leadership di Giuseppe in questo M5s, un movimento più istituzionale, che guarda ai risultati senza dover necessariamente urlare».