Ponte di Bereguardo, lavori al via solo dopo l’estate
foto da Quotidiani locali
BEREGUARDO. Partiranno dopo l’estate i lavori di riqualificazione del ponte in chiatte le cui condizioni sono compromesse, ma non sono peggiorate grazie al Ticino che è in piena e consente ai barconi di galleggiare. Il progetto è in attesa dell’ok di Aipo che sta aspettando alcune integrazioni. Poi il via all’intervento che costerà circa 2,2 milioni di euro, voluto dalla Provincia per risolvere il problema del deterioramento progressivo dell’infrastruttura, prevedendo l’utilizzo di materiali capaci di una maggiore durata nel tempo. In attesa del restyling programmato, le condizioni del ponte di barche restano critiche, anche se stabili. Resta un impalcato è danneggiato in più punti, assi in legno divelte in diversi tratti e le lamiere in acciaio spaccate e pericolose.
«Situazione migliorata»
«Per fortuna il livello del fiume si è alzato e questo consente alle chiatte di galleggiare – spiega il presidente del Comitato Ticino 2000 Carlo Maiocchi – Teniamo alta l’attenzione su questa preziosa infrastruttura, abbiamo sollecitato l’intervento, ma dalla Provincia ci è stato comunicato che Aipo ha chiesto integrazioni che verranno fornite appena cala il Ticino. Dopo 30 giorni partirà la gara d’appalto. Al momento quindi non è prevista alcuna chiusura del ponte nel periodo estivo. Chiusura che determinerebbe seri disagi ai pendolari, alle attività della zona e a chi ama raggiungere in estate questa parte di fiume e di Parco del Ticino».
Intervento complesso
L’intervento in programma sarà complesso. Si dovrà smontare l’infrastruttura, chiatta per chiatta, trasferirla nel cantiere, allestito sulla riva del Ticino, lato Bereguardo, provvedere al rifacimento e poi riposizionarla. È prevista l’eliminazione dell’assito ligneo che ricopre i barconi. Verranno posati travi in acciaio e una lamiera grecata zincata sulla quale sarà collocato cemento alleggerito dove verrà posto uno strato di finitura realizzata con un materiale che avrà una colorazione simile a quella del legno. Importante novità è che si potrà però dragare il fiume ogni volta che la ghiaia si accumulerà sotto le chiatte, in modo da tenere il ponte sempre in linea. I lavori si devono effettuare in periodo di secca per evitare il rischio di una piena che interesserebbe anche il cantiere.
La storia
Il primo ponte di barche aveva visto la luce nel 1913 ed era stato realizzato utilizzando le chiatte del ponte della Becca. Fu bombardato nel 1944 e ricostruito nel 1946 con chiatte in cemento armato e assi spesse 8 centimetri. Nel 1991 viene impedito il passaggio dei mezzi pesanti. Il Comitato nasce nel 1996 per segnalare i disagi riscontrati dai cittadini nei confronti di un’infrastruttura che inizia a cedere. Nel 2000 venne rifatto, posizionando barconi in acciaio per poi essere inaugurato nel 2001. Vengono risolte, racconta Maiocchi, alcune problematiche legate alla viabilità, ma negli anni si fa sempre più evidente l’inadeguatezza e l’eccessiva delicatezza dell’impalcato, con assi che sgretolano e non riescono a sostenere la mole di traffico quotidiano su un ponte che rappresenta una fondamentale via di collegamento tra Lomellina e Pavese. Dalla Regione arrivano quindi 400mila euro, utilizzati anche per interventi in alveo, e, ora, sul piatto ci sono oltre 2 milioni di euro per questo radicale intervento di restyling voluto dalla Provincia. —
Stefania Prato