Tac ed ecografi: sono 41 i macchinari da sostituire negli ospedali del Fvg
UDINE. La Regione Friuli Venezia Giulia rispetterà comunque il piano originario di sostituzione di macchinari ospedalieri come Tac, ecografi e risonanze magnetiche di ultima generazione, in tutto 41 preziosi (e costosi) strumenti utili per diagnosi e cura di decine di patologie.
È quanto sostiene l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, dopo che la scadenza, per sostituire 3.100 grandi apparecchi negli ospedali di tutta Italia per un investimento di 1,2 miliardi di euro previsto dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è stata rinviata al 2026.
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«Contiamo di rispettare la data prevista, vale a dire entro il 2024 - commenta Riccardi -. Siamo in linea con la tempistica programmata, poi magari può accadere qualche intoppo o ritardo in qualche azienda, ma per ora non siamo in questa situazione. In regione sono 41 le strumentazioni che saranno cambiate grazie ai fondi del Piano europeo».
Tutte le aziende sanitarie - Asfo, Asufc e Asugi, oltre a Burlo Garofolo e Cro di Aviano - sono interessate alla sostituzione del parco macchine, che passati 5 o al massimo 10 anni, diventa vetusto e tecnologicamente superato.
Per quanto riguarda l’Asfo (Pordenone) saranno cambiati 2 sistemi radiologici fissi, 3 mammografi, un angiografo. Più numerose le sostituzioni in Asufc (Udine): 9 sistemi radiologici fissi, 2 mammografi, 4 angiografi, 2 Tac, una gamma camere/Tac, un acceleratore lineare, un gamma camere.
In Asugi (Gorizia e Trieste) le sostituzioni riguarderanno 4 sistemi radiologici fissi, un mammografo, un angiografo, 3 Tac e un gamma camere/Tac. Al Burlo di Trieste sarà acquistato nuovo di zecca un sistema radiologico fisso, mentre al Centro di riferimento oncologico avianese saranno cambiati un sistema radiologico fisso, un mammografo, un acceleratore lineare e una Pet/Tac, quest’ultimo sistema avanzatissimo per la diagnosi precoce dei tumori.
La revisione del Pnrr richiesta dal nostro Paese qualche mese fa e approvata da Bruxelles a novembre 2023, prevede per il capitolo salute anche uno slittamento di ben 2 anni - appunto dal 2024 al 2026 - del piano di ammodernamento tecnologico degli ospedali, che rappresenta uno dei lavori più importanti e attesi da medici e pazienti.
Un piano che stanzia 1,2 miliardi di euro per sostituire oltre 3 mila grandi apparecchiature sanitarie che hanno più di 5 anni di servizio. E se si pensa che sistemi radiologici, Tac e mammografi sono utilizzati centinaia di volte ogni giorno nei nosocomi friulani e giuliani, è facile capire come il deterioramento di questi macchinari sia rapido, così come la loro inadeguatezza tecnologica, visto che il settore evolve in maniera rapidissima.
Con la revisione richiesta dal governo Meloni la scadenza finale per mettere in funzione le nuove apparecchiature mediche adesso è fissata a giugno 2026, che è anche il termine ultimo per realizzare gli investimenti del Pnrr.
La Regione Friuli Venezia Giulia assicura però che rispetterà il cronoprogramma originario, con la sostituzione dei suoi 41 apparecchi entro la fine di quest’anno. Delle 3.100 macchine da sostituire, già 2.800 sono andate a gara attraverso la piattaforma Consip a fianco ai residui bandi regionali. Alla centrale acquisti della Pa risultano già fatti la stragrande maggioranza degli ordini da parte delle Regioni.
Il rinvio deriverebbe - secondo le spiegazioni che circolano - dalla richiesta di alcune Regioni (non il Friuli Venezia Giulia) di posticipare la scadenza perchè diverse strutture ospedaliere non sarebbero pronte ad accogliere le nuove tecnologie e metterle in funzione secondo tutti i crismi, perchè mancherebbero adempimenti elementari, come lo smaltimento della vecchia apparecchiatura o piccoli interventi necessari per adeguare i locali. Ritardi che rischiano di pagare i pazienti, per fortuna non quelli friulani