Il futuro di Cioffi a Udine, Vanoli: «Conosco i Pozzo, faranno di tutto per tenerlo in panchina»
foto da Quotidiani locali
«Conosco i Pozzo, so che faranno di tutto per andare avanti con Cioffi, facendogli capire ciò che serve di più per arrivare alla salvezza, lotta da cui vedo esclusa la Salernitana, irriconoscibile dall’addio di Paulo Sosa». È Rodolfo Vanoli, che le piazze di Udine e Salerno le conosce molto bene per aver guidato le squadre Primavera dei due club, a soffermarsi sull’incidenza del ruolo dell’allenatore nella corsa salvezza, un fattore che secondo Vanoli, presente in tribuna sabato scorso ai Rizzi, sta già facendo la differenza tra chi concorre per non retrocedere.
Vanoli, l’Udinese ha dunque fatto bene a confermare la fiducia a Cioffi dopo il deludente pareggio con la Salernitana?
«Un cambio di allenatore adesso non so che aiuto potrebbe dare alla squadra, ma gli faranno capire che serve di più, magari anche spronandolo a trasmettere qualcosa in più adesso che l’Udinese è stata avvicinata da Cagliari e Verona».
A suo parere cosa chiederanno di più i Pozzo a Cioffi?
«Bisogna sempre conoscere le dinamiche interne, ma avendo visto la partita allo stadio sono rimasto deluso dall’Udinese, perché non ho notato la giusta cattiveria agonistica per vincere una partita che andava vinta contro una squadra allo sbando. Vero che l’assenza di Pereyra è importante, ma l’Udinese resta una squadra di stampo europeo, molto fisica, e non ho visto i suoi soliti guerrieri».
Lei ha lavorato a Salerno fino allo scorso maggio, quando la Salernitana brindò alla salvezza con Paulo Sousa. Dall’addio del portoghese è cambiato tutto...
«È una realtà che conosco bene e che adesso è irriconoscibile, specie a livello difensivo. Sousa aveva dato una precisa identità, portando la squadra alla salvezza anticipata con un bel gioco. Adesso invece la Salernitana è in grande crisi, soprattutto difensiva, e l’Udinese avrebbe dovuto approfittare del cambio modulo di Liverani facendo girare molto più il gioco contro il 4-3-1-2 dei campani, in modo da cercare la superiorità numerica con gli esterni di centrocampo».
Come analizza le altre concorrenti alla salvezza, leggendole proprio dal loro timoniere in panchina?
«Prima della trasferta di Udine, quel signor allenatore di nome Claudio Ranieri aveva minacciato le dimissioni al Cagliari, una mossa che ha funzionato perché la squadra ha realmente dimostrato di essere con lui. L’Empoli ha perso proprio col Cagliari domenica, ma è stata la prima sconfitta della gestione Nicola che ha fatto cambiare marcia alla squadra. Davide riesce a trasmettere questa carica incredibile ed è bravo in queste imprese. Poi va sottolineato il lavoro di Baroni al Verona, con una squadra penalizzata dalle difficoltà economiche, ma che sta dando il 110%».
Il “suo” ex Lecce e il Frosinone, invece?
«Il Lecce ha perso molta brillantezza sugli esterni con l’assenza di Banda e pure la consistenza difensiva che la porta a subire troppi gol, ma può contare su una società presente e un grande pubblico. Il Frosinone, come il Lecce stesso d’altronde, ha vissuto di rendita sui successi d’inizio stagione, ma basta ancora una sconfitta per ritrovarsi sotto proprio come il Sassuolo che non solo non è abituato a stare così in basso, ma che adesso dovrà anche cambiare mentalità, lasciando il bel gioco per fare i punti».