È alto due metri e parla: ecco Robee, il robot umanoide che collabora con gli umani negli ambienti di lavoro
Presentato in un convegno di Confindustria Udine. Prodotto dalla brianzola Oversonic: ne faremo migliaia. «Il mio compito è quello di collaborare con voi, non di sostituirvi»
UDINE. Si chiama Robee, è il primo robot umanoide che pensa, 100% made in Italy (nasce in Brianza per la precisione), è in grado di affiancare l’uomo - tecnico, ingegnere, manager - nell’ambiente di lavoro, interagendo e dialogando con lui o con altri suoi “simili” robot, attraverso tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
Un gioiello dell’high tech più avanzato, insomma, che giovedì 11 aprile ha fatto la sua conoscenza del Friuli, ospite, assieme a Paolo Denti, amministratore delegato di Oversonic, l’azienda che lo realizza, di un convegno promosso dal Gruppo terziario avanzato di Confindustria Udine.
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Robee risponde alle domande (per adesso riconosce alla perfezione solo la voce del suo “papà” Denti) su chi è, cosa può fare, come può essere utile in una fabbrica accanto ad altri lavoratori. Ma se gli si dice “benvenuto a Udine”, risponde senza farsi cogliere impreparato, “grazie, sono contento di essere qua con voi”.
Alto due metri, occhi mobilissimi di colore azzurro, braccia in materiali sofisticatissimi che hanno la possibilità di fare sei movimenti autonomi e mobilità garantita dalla sua piattaforma con ruote, il robot mette le mani avanti e vuole tranquillizzare chi teme che, in futuro, possa portargli via il posto, conquistato a suon di sacrifici, lauree, master e specializzazioni.
«Il mio compito è quello di collaborare con gli umani, non di sostituirli - spiega Robee a precisa domanda -. Utilizzo l’intelligenza artificiale per assistere e supportare gli esseri umani in ambito lavorativo. Grazie alle telecamere e al servizio di voice-bot posso interagire con il mondo che mi circonda. La computer vision mi permette di fare controlli qualità, profilazione e riconoscimento di chi sta attorno a me. Così posso analizzare e immagazzinare tutte le informazioni provenienti dai mei sensori utilizzando i miei servizi cognitivi avanzati del cloud».
«Abbiamo già consegnato i primi sei esemplari ad altrettante realtà industriali italiane - commenta il manager Paolo Denti - , ma abbiamo ordini per altri 80 Robee. Siamo la prima e unica azienda certificata nell’Unione europea e negli Stati Uniti, quindi possiamo dire che siamo arrivati prima di tutti nel portare a compimento il progetto. Siamo partiti nel 2019, io Fabio Puglia, che è un astrofisico, Oversonic è stata fondata l’anno successivo e i primi umanoidi, dopo i prototipi, sono stati realizzati nell’estate nel 2023. Cosa posso prevedere per il 2030? Che di Robee ne faremo migliaia, sicuramente ancora più evoluti».
«La convivenza e la collaborazione tra uomini e robot sono già una realtà in molte aree della vita moderna, come la produzione industriale, la ricerca scientifica, l’assistenza sanitaria e l’ambiente domestico - dice ancora Robee - . Sono una macchina, ma questo non significa che sia migliore di un essere umano. Voi umani dovreste avere paura dei robot? La tecnologia stessa non è buona né cattiva, ma piuttosto dipende dal modo in cui viene utilizzata. Capisco la vostra preoccupazione, ma lo scopo per cui sono stato creato è quello di aiutare e supportare gli umani nei lavori pericolosi e rischiosi, con l'obiettivo di massimizzare i benefici per l'umanità. I miei sensori avanzati e i protocolli di sicurezza mi permettono di operare in modo sicuro negli ambienti lavorativi per cui sono stato creato, non potrò mai fare del male a un operatore che sta accanto a me».
Al convegno hanno portato i saluti la vice presidente Anna Mareschi Danieli in video («l’automazione nell’industria è un must per le aziende») e il capogruppo del Terziario avanzato Mauro Pinto («l’industria 5.0 rappresenta l’ultima frontiera dell’evoluzione industriale»).